Riapertura Punto nascite di Arco: scontro tra favorevoli e contrari
In merito alla possibile riapertura del Punto nascite di Arco il presidente dell’ordine dei medici del Trentino non ha dubbi. Si aprirà, infatti se e solo se saranno presenti i requisiti che la Conferenza Stato Regioni ha stabilito come necessari.
Si tratta, secondo il presidente Ioppi, di criteri fondamentali per la sicurezza di madre e bambino e, di conseguenza, per la serenità degli operatori sanitari. A dire del presidente la priorità è, come sempre, il benessere dei pazienti e le questioni politiche che hanno interessato l’annosa questione “punto nascite sì, punto nascite no” non riguardano l’ordine dei medici secondo cui con un’eventuale riapertura del punto nascite di Arco non si sarebbe in grado di garantire la sicurezza delle persone, né la sostenibilità del progetto.
Ioppi rilancia, inoltre, sostenendo che l’Ordine non sia stato nemmeno interpellato sulla questione, nonostante sia indiscutibilmente un ente sussidiario dello Stato che ha un forte rilievo per quanto riguarda le decisioni inerenti il benessere e la salute dei pazienti.
Lo Stato ha decretato che per essere sicuro un punto nascite debba avere almeno 1000 parti l’anno, nonostante sia stata stabilita una deroga che in Trentino porta a 500 il numero dei parti, per Arco sarebbe necessaria una “deroga alla deroga” e questo non è possibile.
È comunque da dire che l’Alto Garda e Ledro, con tutti i comuni confinanti, potrebbe sicuramente rappresentare un buon bacino di utenza che porterebbe all’innalzamento dei famosi parti annuali, ma secondo Ioppi questa stima non sarebbe sufficiente perchè la mera statistica trascende fattori quali la fertilità (attualmente vi è una pesante riduzione della stessa) e la libera scelta dei futuri genitori.
Invece per Riccardo Cargnel, presidente del comitato “Salviamo il punto nascite di Arco”, c’è da sperare sia la volta buona perché nonostante questo tema abbia da sempre acceso l’attenzione dei cittadini del Garda Trentino, non è mai stata ottenuta una sufficiente attenzione da parte delle istituzioni che avrebbero potuto occuparsene fin da subito.
Il presidente del Comitato si augura che venga riconosciuto e valutato il lavoro fatto in tutti questi anni e la grande quantità di firme raccolte per riottenere ciò che ha rappresentato per gli abitanti della zona, orfani di un’importante servizio che, proprio in uno dei momenti più delicati della vita, manca da troppo tempo.
Nella nota emessa dal Comitato, poi, è stato sostenuto che c’è la consapevolezza che il lavoro di riapertura del punto nascite non rappresenta una cosa facile e priva di ostacoli ma che, come in tutte le cose, una soluzione è sempre possibile se si ragiona con lucidità e ci si distacca più possibile dai condizionamenti politici.