“Quando diventerà realtà il Piano territoriale della Comunità?”
Il Piano Territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro diventerà realtà, oppure c’è un “disegno” per azzerare il ruolo delle Comunità di valle, come vorrebbe fare l’attuale maggioranza provinciale? Alvaro Tavernini e Johnny Perugini, consiglieri comunali d’opposizione a Dro e Nago-Torbole, tornano alla carica sul Ptc e accusano gli amministratori pubblici in carica di scarsa attenzione, quasi indifferenza, verso questo strumento di pianificazione sovraordinata, “che deve guidare per i prossimi decenni le scelte delle amministrazioni comunali di carattere urbanistico, di tutela dell’ambiente e del paesaggio, della mobilità, della dotazione di servizi di valenza sovracomunale, dei programmi di edilizia pubblica e convenzionata”. Nulla di tutto questo, ad oggi, è stato ancora fatto. Anzi, messo nero su bianco.
“A parole gli amministratori pubblici in carica sono d’accordo nel riconoscere l’importanza e il valore strategico del Piano Territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro – scrivono i due consiglieri – L’assenza nella nostra Comunità di un PTC orientato alla sostenibilità sociale e ambientale ha determinato ad oggi un elevato consumo di suolo, un deterioramento del paesaggio, una mobilità in condizioni critiche, una crisi abitativa per molte famiglie, la mancanza di alcuni importanti strutture, infrastrutture e servizi sovracomunali”.
“I lavori per l’elaborazione del Piano sono iniziati ancora nel lontano 2015 – scrivono ancora Perugini e Tavernini – È stato redatto anche un documento preliminare del PTC ormai però vecchio di 5/6 anni. Con la riforma Gottardi degli enti locali il compito di elaborare il PTC è stato demandato all’Assemblea per la Pianificazione e lo Sviluppo alla quale partecipano i rappresentanti del Consigli comunali dei 7 comuni della nostra Comunità. I lavori dell’assemblea sono iniziati ormai due anni fa. In questo tempo sono stati portati all’attenzione dei consiglieri alcuni documenti, in parte estrapolati dal documento preliminare, che dovevano servire come proposta da sottoporre alla valutazione e approvazione dell’assemblea. Le sedute – illustrano nel loro comunicato stampa – da allora fino all’autunno scorso sono state poche, poco partecipate, chiaro sentore dello scarso interesse di parecchi amministratori, e spesso “informali”, quindi senza verbalizzazione dei contenuti. Dobbiamo amaramente constatare che dall’autunno scorso l’assemblea non si è più riunita, nonostante le sollecitazioni arrivate dall’organo esecutivo di presentare entro metà gennaio le adeguate proposte/osservazioni”.
“Il disegno politico sottostante pare quello di non voler concludere i lavori assembleari con l’approvazione del piano in tempo utile prima della scadenza del mandato dei consigli comunali e quindi dell’assemblea stessa della Comunità – concludono – Così facendo si continua a consentire ai singoli comuni di varare scelte non solo urbanistiche, ma anche di altra natura prescindendo dalla pianificazione sovracomunale. In tal modo si asseconda anche il disegno dell’attuale maggioranza provinciale di ridimensionare, se non azzerare, il ruolo delle Comunità di valle. È veramente desolante vedere che il governo del territorio e della Comunità è affidato ad amministratori che, nonostante i proclami, nei fatti non portano a termine i progetti enunciati”.