Posti letto per i lavoratori stagionali, che fare?
L’emergenza affitti o posti letto per i lavoratori stagionali nel Garda trentino è, da tempo, sotto gli occhi di tutti. L’emergenza casa è sempre stata un problema e non cessa di esistere per le famiglie che desiderano vivere in zona, ma la tematica riguarda anche i lavoratori stagionali che non trovano alloggio e, di conseguenza, rinunciano alla occupazione nell’Alto Garda. Molti appartamenti sono affittati a scopo turistico, il problema è ben noto, e per questo le categorie economiche stanno pensando di trovare una soluzione, un edificio che possa diventare la foresteria per coloro che per alcuni mesi all’anno sono occupati negli alberghi, ristoranti, bar, pizzerie, esercizi commerciali e via dicendo della Busa. Spostarsi tutti i giorni per recarsi al lavoro da fuori zona, col traffico e ora con i costi dei carburanti elevati, diventa insostenibile. Meglio trovare un luogo dove poter abitare per tutto il periodo di lavoro.
Un progetto volto a risolvere la situazione è allo studio di GTS, Garda Trentino Sviluppo e dell’APT Garda Dolomiti, e nello specifico viene seguito dal presidente locale di Unat Enzo Bassetti e da Paolo Turrini, presidente dei Ristoratori Alto Garda e Ledro. Questo da un lato della questione, perché dall’altro c’è la mancanza cronica di personale, e se servono dai 150 ai 200 posti letto per i lavoratori è altrettanto vero che di lavoratori stagionali nel Garda trentino ne servono anche di più. Non si trovano lavapiatti, camerieri, addetti alle vendite o alle pulizie, giardinieri. Per via di tanti fattori concomitanti il settore “soffre” mentre la stagione, almeno dalle previsioni, si preannuncia buona. A questo punto due sono le opzioni più accreditate: o si trova una struttura da riqualificare allo scopo o se ne realizzerà una ex novo. Anche se le strutture che potrebbero essere ristrutturate, specie ad Arco, ce ne sono. Per questo Gts è pronta a prendere “di petto” il problema per dare una risposta concreta all’emergenza alloggi, con trattative in corso che possano, magari, trovare oltre agli alloggi una risposta sul piano della formazione degli addetti, una sorta di “Accademia” locale per il personale che proviene da fuori zona. Questo perché di personale che vive in zona non se ne trova.