Possibile accordo tra privati e climber per la falesia di Laghel ad Arco
La falesia di Laghel, di proprietà privata è bene ricordarlo (Famiglie Casali-Morandi) potrebbe essere presto riaperta. Sembra essere a buon punto, infatti, la soluzione trovata dall’amministrazione comunale al fine di permettere ai climber di tornare a scalare su quella parete tanto sognata dagli amanti dell’arrampicata libera. Climber, però, tra cui c’è chi si comporta educatamente ma anche chi lascia rifiuti (deiezioni umane comprese) ovunque. Per questo, ma anche per motivi di sicurezza la proprietà aveva deciso di chiuderla alle frequentazioni dei tanti appassionati. Atti di maleducazione vera e propria come il lasciare le automobili in sosta ovunque, senza il minimo rispetto per gli ingressi dei proprietari al loro fondo per la normale “cura e manutenzione” dei terrazzamenti con i mezzi agricoli, insomma com’è ben capibile una misura “colma” che non poteva essere più accettata senza un minimo di buon senso da parte di chi frequentava quella falesia. Roberto Zampiccoli ha provato a fare da tramite tra le parti e, pare, ci sia anche riuscito. Su incarico del sindaco e con l’appoggio del presidente di Garda Trentino S.p.A. Marco Benedetti ha sentito la famiglia proprietaria che avrebbe detto di essere disposta a riaprire la falesia a patto che “gli si possa dare una maggiore copertura assicurativa, la realizzazione di un’area autorizzata dove parcheggiare le automobili e, soprattutto, dotare l’area di una toilette chimica”. L’ipotesi, dunque, è di creare una fermata alla chiesa di Laghel dedicata ai climber che poi intendono raggiungere la falesia, portarli su con il minibus elettrico dal centro di Arco e lasciarli poi proseguire in modo autonomo fino alla falesia. Sarebbe poi logicamente garantito anche il servizio di ritorno in città. Nella variante 15, infatti, ci sarebbe un terreno adatto che con la perequazione potrebbe svolgere appieno alla funzione di sosta necessaria.