Più tempo per i kite surf sul Garda Trentino
I circoli velici del Garda Trentino dicono no all’aumento di tempi e spazi concessi di recente dalla Provincia alla pratica del kitesurf: problemi di convivenza e sicurezza irrisolti se non attraverso il contingentamento dei tempi per gli appassionati della tavola potrebbero aumentare a dismisura. Eppure a partire dal prossimo anno i kitesurfisti potranno godere di ulteriori agevolazioni, anche se si tratta di concessioni sostanzialmente piuttosto modeste: si potrà praticare tale attività nelle acque trentine del lago fino alle 10.30 alla mattina e dopo le 16.30 nel pomeriggio, mentre dopo le 18 in piena estate le tavole a vela potranno risalire oltre il confine di un ulteriore chilometro; sarà inoltre anticipato al 10 ottobre il limite dopo il quale praticare l’attività durante la stagione invernale; infine sarà aumentata da 12 a 16 metri al secondo la velocità massima del vento consentita per la pratica di questa disciplina. Apparentemente modifiche poco sostanziali, comunque da tempo reclamate dall’associazione AltoGarda Kite di Riva presieduta da Giovanni Poli; evidentemente sufficienti per irritare ulteriormente i presidenti dei circoli vela, che paventano un aumento dei possibili contrasti fra velisti tradizionali e amanti della nuova pratica velica. Inutile la presa di posizione comune dello scorso ottobre, quando Giancarlo Mirandola (Fraglia Vela Riva), Carlo Pompili (Circolo Vela Arco), Gianpaolo Montagni (Circolo Vela Torbole), Mario Folgheraiter (Lega Navale Italiana) e Armando Bronzetti (Circolo Surf Torbole) fecero notare come le modifiche richieste e ora accettate dalla Provincia mettessero «a rischio la sicurezza degli utenti del lago e le manifestazioni sportive che hanno reso il Garda trentino un’attrattiva mondiale». La Provincia però, nonostante qualche parola di rassicurazione, ha agito diversamente, convinta della bontà delle sue scelte anche perché «la pratica sportiva del kitesurf è in continuo sviluppo con un costante incremento sia del numero dei praticanti che di quello delle associazioni sportive iscritte al Coni». La speranza è che la convivenza secondo i nuovi parametri non dia l’occasione per contrasti in acqua, molto più problematici di quelli a chiacchiere.