Pioggia di disdette sull’Alto Garda
È allarme Coronavirus per ciò che si prospetta per la prossima stagione turistica da parte degli operatori del settore.
Strade e locali deserti, disdette negli Hotel e nelle strutture extralberghiere non sono un bel segnale per il 2020 del lago di Garda. Attività chiuse significa dipendenti a casa, economia ferma e lo spettro di una stagione disastrosa alle porte. A ruota seguono i fornitori e i manutentori che, se non si aprono le strutture se ne devono stare giocoforza con le mani in mano. I primi due mesi del 2020 poco significano per la Busa, ma marzo deve iniziare a segnare il passo, a dare i primi “numeri” in previsione della stagione che si apre com’è noto a Pasqua. Che è in calendario il 12 aprile prossimo, dietro la porta insomma.
Il Garda è “terra di conquista” del popolo tedesco per circa il 50% delle presenze totali, è noto, ma se anche in Germania ora c’è lo spettro del Coronavirus va tenuto presente che molti italiani arrivano dalle regioni confinanti, Veneto e Lombardia, ossia le due con i focolai più alti dell’influenza. Tutte persone che hanno certamente in mente altro che una bella scampagnata sul Garda. Per questo Unat e Asat, le due associazioni degli albergatori del Trentino si sono incontrate per affrontare l’argomento e fare il punto della situazione, con le disdette che purtroppo “fioccano” come si dice in questi casi. Nonostante le rassicurazioni date dai vari organi preposti seguite all’iniziale paura generatasi tra le persone. Una paura che, purtroppo, sembra destinata a “resistere” ancora per qualche tempo. Un’emergenza economica che, quella sì, spaventa davvero il Garda trentino.