PER IL COMITATO MOBILITÀ SOSTENIBILE DEL GARDA LA CICLOVIA A MALCESINE È A RISCHIO CADUTA SASSI

Che manchi un progetto unitario per la Ciclovia del Garda è un dato di fatto. Che serva, invece, un progetto comune visto che spesso si sbandiera il brand “Garda unico” è un altro dato di fatto. Che poi, invece ognuno remi per conto proprio è una realtà. Ora dalla sponda veneta arriva la notizia che i lavori della ciclabile che arriverà al confine col Trentino (per ora immobile sulla questione, solo belle parole anche se il presidente Fugatti nei giorni scorsi ha dato una bella accelerata dichiarando che si farà) da Malcesine sta per iniziare, ma questo solleva dubbi per i membri del Comitato per la viabilità sostenibile del Garda. “Lavori privi di un coordinamento – sostiene il Comitato per bocca di Carla Del Marco – ma, soprattutto, degli standard previsti dall’ultima direttiva del Ministero. Manca poi il dibattito pubblico e in particolare quella regia della Provincia di Trento che dovrebbe essere capofila del progetto. Per non parlare della “passerella” di Limone che di ciclabile ha poco ed è, alla prova dei fatti, a rischio caduta sassi (qui va detto che l’entità della frana è stata di basso impatto e che le modalità lasciano molti dubbi se “naturale” o “causata”) come sarà il tratto da Navene al confine con il Trentino.” Sette milioni di euro il costo del tratto bresciano lungo due chilometri, altrettanto per quello veneto che, sempre secondo il Comitato, è ad alto rischio geologico. Per il Comitato, insomma, per prevenire rischi e spese di denaro inutile destinate alla messa in sicurezza delle pareti sovrastanti la soluzione migliore è utilizzare l’acqua del lago. A bordo di un battello, logicamente.