Parere favorevole della Provincia al corso di laurea in medicina e chirurgia
Parere favorevole della Provincia all’attivazione, a decorrere dall’anno accademico 2020/21, del corso di laurea magistrale inter-ateneo in Medicina e Chirurgia. La decisione, assunta dalla Giunta, rappresenta un passaggio fondamentale per la nascita del corso di laurea a Trento.
L’accreditamento dei nuovi corsi di studio, disciplinato da norme nazionali, prevede infatti che sia il Ministero dell’Università e della Ricerca a autorizzare la proposta di un ateneo riguardante l’avvio di un nuovo corso, valutando criteri e parametri stabiliti dall’Anvur-Agenzia nazionale di Valutazione del Sistema universitario e della Ricerca. Ma lo stesso iter prevede anche che le Regioni, e in questo caso la Provincia autonoma, esprima a sua volta un parere favorevole “avendo valutato le specifiche condizioni dell’offerta formativa nel settore e la sua interazione con l’azienda sanitaria”.
Le motivazioni che hanno portato la Provincia autonoma a sostenere il progetto della creazione del nuovo corso di studi in medicina e chirurgia in Trentino sono note: l’oggettiva difficoltà a reperire nuove figure professionali, specie nelle sedi periferiche, e per particolari specializzazioni, accresciuta dal progressivo pensionamento dei professionisti, fenomeno diffuso in tutto il Paese, ma anche le peculiarità orografiche di un territorio di montagna, che rendono necessaria una capillare diffusione delle strutture in cui si eroga l’assistenza sanitaria.
L’apertura in Trentino di un corso di laurea in medicina, e in prospettiva di scuole di specializzazione, consentirà ai numerosi trentini che desiderano intraprendere una professione medica, oltre che a studenti – anche trentini – iscritti in altre Università, di formarsi e poi di specializzarsi sul territorio provinciale anziché rivolgersi a quelli limitrofi.
La proposta dell’Università di Trento prevede anche partnership con altre università oltre a Verona a partire da quella di Padova.
I costi a regime, stimati in linea di massima dall’Ateneo, sono di circa 5 milioni all’anno.
Verrà affrontata anche la possibilità di avviare al più presto tirocini nelle strutture sanitarie provinciali per studenti iscritti al quinto e al sesto anno dei corsi di laurea di Verona e Padova.