Operatori Sociali: “Senza Laurea rischiamo il lavoro”

Redazione07/02/20203min
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Quasi cinquanta operatori sociali – un comitato spontaneo formato di recente – hanno incontrato giovedì 6 febbraio i consiglieri provinciali, al termine dei lavori d’aula della mattinata.
Accolti dal presidente Walter Kaswalder, gli ospiti hanno portato al tavolo tutta la loro preoccupazione per il provvedimento che la Giunta provinciale dovrebbe adottare, recante il Catalogo dei servizi socioassistenziali e le linee guida in materia di affidamento di questi servizi. Massimiliano Pozzetti – e le altre voci del comitato – hanno spiegato che l’impostazione a quanto pare abbracciata dalla Giunta minaccia di colpire il lavoro e la vita di molti dei novemila operatori del settore in Trentino.
Primo punto: il Catalogo non prevede, tra il personale abilitato ad operare nei servizi come educatore, le centinaia di iscritti agli elenchi speciali ad esaurimento, istituiti con Legge nel 2018.
Secondo punto: il Catalogo dispone il possesso di una laurea per quasi tutte le figure professionali, anche per quelle per cui non è prevista una formazione universitaria. Un requisito, questo, che taglierebbe fuori una rilevante quota di addetti, pure di riconosciuta eccellenza professionale per esperienza, passione e skills personali.
Terzo punto: la Pat si appresta ad appaltare circa 400 servizi socioassistenziali a ditte e cooperative, un pacchetto da 110 milioni di euro e che riguarderà 37 mila utenti. Il timore, già manifestato pubblicamente da parecchi mesi, è che le logiche di mercato regnino nella redazione delle gare d’appalto, con il risultato di mettere in pericolo – “per un pugno di dollari”, viene come da dire – un sistema di welfare trentino collaudato e di ottimo livello.
Il presidente Kaswalder, assicurando attenzione e interessamento, ha opinato che di certo non può essere solo la laurea la porta d’accesso a queste preziose professioni.
Lucia Coppola ha lamentato che escludendo gli elenchi speciali, di fatto si disattende una legge nazionale.
Ugo Rossi ha indicato una strada, ossia l’attivazione di un tavolo di lavoro con i dirigenti Pat e di un supplemento d’indagine.
Filippo Degasperi ha colto una contraddizione: la Giunta – ha detto – dice sempre di voler favorire l’accesso diretto dei giovani al lavoro, poi però pretende la laurea in mestieri che si possono fare bene anche senza il titolo accademico.
L’incontro si è concluso con la promessa di dare un seguito alle segnalazioni del comitato, dal quale si è levata anche una voce accorata a segnalare quanto impagabile valore aggiunto di dedizione, buona volontà e generosità stia dietro l’orario di lavoro degli educatori che operano nelle scuole e nelle rsa, degli animatori culturali, degli operatori sociali a contatto quotidiano con i minori, gli anziani, il disagio sociale, la disabilità, l’emarginazione.

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