Nell’Alto Garda e Ledro c’è “fame” di case ITEA e contributi
Il “termometro” che segna il nostro andamento sociale è la Comunità di Valle dell’Alto Garda e Ledro, la quale presenta i numeri delle famiglie in cerca di una casa popolare, oppure bisognose di aiuto per poter pagare uno sul libero mercato. Sulle oltre mille domande (1.090) presentate oltre un quarto, dunque più di 250 comprendono sia la casa sia il contributo per pagare l’affitto. In percentuale più del 16% rispetto alle domande presentate nel 2020. Nel 2019 erano state presentate 524 domande e la Comunità aveva assegnato venti alloggi e sulle 629 per la richiesta di aiuto per poter pagare l’affitto la Comunità era riuscita a dare il contributo a più di 500 nuclei familiari, circa l’80% del totale dei richiedenti. Quest’anno, con questi numeri, rimarrebbero fuori oltre trecento famiglie del totale dei richiedenti. Numeri impietosi che, vista la bocciatura della norma che prevedeva uno dei requisiti necessari, ossia dieci anni di residenza in Trentino per fare domanda da parte dei nuclei famigliari stranieri si sono decisamente “alzati.” Dunque, dalle 1.153 domande totali del 2019, suddivise in 524 per la casa, laddove 375 per un aiuto destinato a pagare l’affitto erano state presentate da cittadini italiani, trentini e non (intesi come comunitari( e solamente 149 da parte di cittadini extracomunitari, ben 629 domande invece erano state presentate per ottenere un contributo integrativo (469 di comunitari e 160 di extracomunitari) si è passati alle 935 presentate l’anno successivo, così suddivise: 450 per la casa (351 di trentini e comunitari e 99 di extracomunitari) e 485 per il contributo integrativo affitto (399 comunitari, trentini o italiani e 86 extracomunitari.) Quest’anno la “risalita” dei numeri complessivi come detto, dopo la riapertura dei termini per presentare la domanda, integrata logicamente dalla presentazione dell’Icef anche se gli alloggi popolari sono pochi. È, dunque, quella per l’integrazione del pagamento dell’affitto che per affrontare l’emergenza sanitaria ha lasciato a casa tanti lavoratori sale prepotentemente “in cattedra.” Itea ha ricevuto 517 domande suddivise in 380 da parte di nuclei italiani o comunitari, mentre quelle presentate da nuclei extracomunitari sono state 137. 573, dunque, quelle per l’integrazione dell’affitto di cui 446 da parte di nuclei trentini, italiani o comunitari insomma, e 127 richiesta da parte di cittadini extraeuropei.