Museo Alto Garda, la presidenza a Sgarbi divide il Consiglio comunale di Arco

Claudio Chiarani24/09/20213min
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Uno dei temi che tiene banco a Riva del Garda ed Arco in questi ultimi mesi è quello dell’affidamento della presidenza del Museo Alto Garda, o MAG che dir si voglia, al noto critico d’arte e politico Vittorio Sgarbi.
Un argomento trattato anche nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Arco, con la Giunta che si è sempre detta contraria alla scelta “imposta” dal Comune di Riva del Garda.
Il consigliere Guido Trebo ha detto “No” a Sgarbi, seguito in toto dall’intera maggioranza arcense che lancia frecciatine neanche tanto “velate” agli amministratori rivani.
Sarà, dunque, rottura tra le due parti? Ma è solamente Riva che deve e può decidere oppure no? Questa, in sostanza, la domanda che l’assessore arcense si fa e pone sul tavolo della “trattativa” che si protrae ormai da mesi. Oppure sono i due sindaci assieme che devono decidere? E, se così è, ben si sa come la pensano la Santi (si) e Betta (no). Uno a uno, dunque e palla al centro come si dice in gergo calcistico in queste occasioni, ma qui la palla tanto amata dagli italiani non c’entra per nulla.
Qui c’è la figura di un critico d’arte che, finché fa il critico è un gradino nettamente sopra gli altri, ma poi quando si lascia andare in elucubrazioni personali, a volte esagera. Ed è proprio qui che Sgarbi a tutti non piace, anche questo va detto pur riconoscendo la sua immensa cultura in merito alle opere d’arte. Le mostre successo al Mart (e non solo) lo testimoniano. Per Trebo il Mag non è una semplice Galleria d’arte ma un Museo degli usi e costumi del territorio, dunque è in questa direzione “localistica” che si deve andare alla ricerca di un presidente. Dai banchi dell’opposizione una risposta è arrivata anche da Roberto De Laurentis, adducendo ironicamente che non sapeva che il MAG fosse arrivato ai livelli del Museum of Modern Art di New York, nonostante le perdite accumulate dal Museo locale siano arrivate ad oltre due milioni di euro in tre anni. Ovvio che la sua sponsorizzazione per Sgarbi è totale, perché la cultura non deve produrre solo perdite ma deve anche produrre incassi e la personalità di Sgarbi è in grado di attrarre interesse, a prescindere che la sua persona piaccia o no.

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