Mori entra nell’Apt Garda Dolomiti: la Provincia dice sì, ma il territorio si spacca

Redazione07/11/20255min
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La decisione è ormai presa: il Comune di Mori entrerà nell’Apt Garda Dolomiti.
Lo ha confermato lunedì 3 novembre in Consiglio provinciale l’assessore al turismo Roberto Failoni, ribadendo quella che già la scorsa settimana era apparsa come una linea chiara della Giunta Fugatti. Una scelta che però non lascia indifferente il territorio, soprattutto quello dell’Alto Garda, dove categorie economiche, amministratori e opposizioni politiche chiedono da giorni maggiore cautela e confronto.

 

 

Failoni: “Mori è la porta del Garda, uniamo la Val di Gresta a questo territorio”
Durante la seduta del Consiglio, nel corso del question time dedicato all’interrogazione presentata dalla consigliera Francesca Parolari (Partito Democratico), Failoni ha parlato con toni decisi:
“Da parte della Giunta provinciale c’è la volontà di accogliere la richiesta formulata dal Consiglio comunale di Mori rispetto all’ingresso nell’ambito dell’Apt Garda Dolomiti. Mori è la porta del Garda e finalmente uniamo la Val di Gresta a questo territorio.”
L’assessore ha quindi respinto le critiche arrivate nei giorni scorsi da Confcommercio, Unat e Asat dell’Alto Garda, che avevano espresso contrarietà all’ingresso di Mori nel perimetro turistico gardesano, temendo uno snaturamento dell’identità territoriale consolidata.
Secondo Failoni, invece, l’operazione rappresenta un’opportunità per ampliare l’offerta turistica, valorizzando zone finora meno conosciute come la Val di Gresta e favorendo una visione più integrata del turismo trentino.
“Un conto è la politica, un altro la politica turistica – ha aggiunto –. Noi siamo convinti di aver agito nel modo migliore e i risultati ci stanno dando ragione. Non vedo nessuna fibrillazione all’interno del sistema integrato delle 12 Apt del territorio.”

Le critiche: “Decisione unilaterale, senza ascolto né confronto”
Parole che però non hanno convinto l’opposizione.
La consigliera Francesca Parolari ha replicato duramente, accusando l’assessore e la Giunta di procedere in modo unilaterale, senza dialogo con le realtà locali:
“Come devono essere le geometrie delle Apt lo stabilisce l’assessore, con giudizio lapidario, unilaterale e insindacabile. Non esiste ascolto, confronto, discussione sulle criticità e sui rischi.”
Parolari ha ricordato che il “prodotto turistico Garda Dolomiti” rappresenta un’identità costruita negli anni, fatta di equilibri delicati e strategie comuni.
Secondo il Partito Democratico e le categorie economiche locali, l’inclusione di Mori rischia di snaturare il brand gardesano e, al tempo stesso, di indebolire ulteriormente l’Apt di Rovereto e Vallagarina, già in difficoltà rispetto ai poli turistici più forti del Trentino.
“Non si può semplicemente alzare la mano e dire che sì, si entra nel Garda – ha aggiunto la consigliera – ignorando la voce dei sindaci e degli operatori economici che da tempo chiedono di essere ascoltati. Questa decisione sembra più un atto politico per accontentare un’amministrazione amica che una scelta di pianificazione turistica.”

Il PD prepara un emendamento per cambiare la legge
Il Partito Democratico ha annunciato che non intende fermarsi qui.
Nella prossima Legge di Stabilità, Parolari presenterà un emendamento per modificare la normativa provinciale sulla promozione turistica, introducendo l’obbligo del parere vincolante dell’Apt di destinazione ogni volta che un Comune chiede di cambiare ambito di appartenenza.
Un modo, spiega, per evitare che decisioni di questa portata vengano prese “a porte chiuse e senza concertazione”.

Un territorio in cerca di equilibrio
La questione dell’ingresso di Mori nell’Apt Garda Dolomiti si inserisce in un momento delicato per l’economia turistica del Trentino meridionale.
Da un lato, la spinta verso modelli turistici integrati e di area vasta, dall’altro, il rischio di perdere identità locali e coerenza di prodotto.
Il Garda trentino, un marchio ormai internazionale, guarda con attenzione a ogni modifica di confine, consapevole che l’equilibrio fra i diversi territori è fragile e prezioso.
E se per la Giunta provinciale Mori è “la porta del Garda”, per molti operatori dell’Alto Garda il rischio è che quella porta, invece di aprire nuove opportunità, finisca per confondere i confini di un’identità costruita in decenni di lavoro condiviso.

(n.f.)