Melanoma oculare, curato in Trentino un paziente con una metodica innovativa

Redazione27/05/20212min
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Nelle scorse settimane, per la prima volta in Trentino, è stato trattato con una metodica altamente innovativa, la brachiterapia con rutenio, un paziente colpito da un melanoma dell’occhio. Fino ad ora i pazienti in cura per questo tipo di tumore dovevano recarsi fuori provincia. Ora, grazie al progetto di brachiterapia oculare, una collaborazione multidisciplinare tra le Unità operative di oculistica, radioterapia oncologica e il Servizio di fisica sanitaria è possibile offrire sul territorio trentino anche questa metodica tra le opzioni di trattamento dei tumori dell’occhio.
Il tumore oculare rappresenta una patologia rara ma può avere diverse presentazioni cliniche quali melanomi oculari, angiomi coroideali o metastasi per i quali altrettanto diverse sono le modalità diagnostiche e le opzioni di trattamento.
Il melanoma oculare è una patologia rara; l’incidenza è di 6-7 casi per milione di abitanti (in Italia circa 400 nuovi casi ogni anno) ed è una neoplasia che se non adeguatamente curata può comportare la perdita dell’occhio malato.

Nel caso del paziente appena trattato, che è stato dimesso e sta bene, la cura è stata effettuata utilizzando la brachiterapia con rutenio, una tecnica di trattamento radiante che prevede l’applicazione di una placca radioattiva all’interno dell’occhio a contatto con il tumore. La placca rimarrà a contatto dell’occhio per alcuni giorni a seconda dell’entità della lesione per poi essere rimossa. Il trattamento permette di curare l’organo malato senza dover effettuare terapie più radicali.
Il paziente trentino curato con la brachiterapia con rutenio era seguito dall’ambulatorio dedicato alle patologie oculari dell’ospedale di Rovereto e l’impianto della placca al rutenio è stato eseguito in radioterapia dell’ospedale Santa Chiara. Grazie alla collaborazione tra diversi professionisti di più unità operative è stato possibile, nonostante il difficile periodo dovuto alla pandemia, avviare l’utilizzo in Trentino di questa nuova terapia, un segno di come nella nostra provincia la lotta ai tumori è continuata senza sosta arricchendosi anche di nuove opzioni terapeutiche.

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