Massimo Antonini, il cuoco pompiere alla Marathon des Sable

Redazione09/05/20193min
w massimo Antonini01

Massimo Antonini, cuoco di professione e Vigile del fuoco volontario del corpo di Riva del Garda, è riuscito a realizzare il sogno di partecipare alla “Marathon des Sable”. La difficoltà di questa gara estrema sta nel mix del percorso, nelle condizioni meteo, nell’autosufficienza di trasporto cibo e materiali e nelle condizioni di riposo notturno. Il percorso si snoda per 250 chilometri all’interno del deserto, dura una settimana e si suddivide in 5 tappe da circa 35 chilometri più una da 90 chilometri. Una sola tappa è di riposo.
Lo sportivo rivano ha deciso di partecipare a questa durissima gara fuori dal mondo lo scorso anno, iniziando quindi la preparazione, come dice lui stesso, sia fisica che mentale per gareggiare in questa maratona dove non c’è alcun cartello segnavia come siamo abituati ad incontrare lungo i sentieri delle nostre montagne. Una preparazione che l’ha portato a percorrere, con lo zaino in spalla, 100 chilometri a settimana.
I primi di aprile la gara, anticipata da un lungo avvicinamento dall’aeroporto di Marrakesh, con 500 chilometri in pullman diretto a sud in pieno deserto fino a raggiungere il campo base che faceva da quartiere generale della gara. Lo start domenica 7 aprile col pettorale numero 681, la conclusione il sabato successivo. Massimo Antonini ha voluto portare nel deserto anche il cappellino dei Vigili del fuoco di Riva del Garda, quale simbolo del sostegno di tutti i suoi colleghi in questa avventura.
Questa maratona impone l’autosufficienza. Infatti ogni concorrente all’interno del proprio zaino ha tutto l’occorrente per trascorrere, tra deserto e accampamenti notturni, questa settimana
di percorso. Inoltre il regolamento impone, ad esempio, che lo zaino non possa pesare meno di 8 chili indicando chiaramente cosa è obbligatorio portarsi appresso. L’organizzazione fornisce giornalmente l’acqua ed un localizzatore GPS che funge anche da telesoccorso in caso di necessità. Le condizioni meteo del deserto sono altalenanti tra il giorno e la notte. Sotto il sole si possono superare anche i 50°, di notte invece si sfiorano i zero gradi. Basse temperature dalle quali ci si ripara sotto tende berbere, messe a disposizione dall’organizzazione, e con tutto ciò che ci si è portati nello zaino, in primis il sacco a pelo.
Per Massimo la soddisfazione di aver raggiunto il traguardo finale indipendentemente dal tempo risultato, in una gara estrema dove è una vittoria anche il solo fatto di averla portata a termine.