Marco Manfrini: “Non ho ucciso mia moglie, io l’amavo”
Marco Manfrini, per ora unico imputato del delitto della moglie Eleonora Perraro, sostiene da sempre di non ricordarsi cosa sia accaduto quella maledetta sera neo giardino di un chiosco a Nago, e lo ha ripetuto più volte al Giudice della Corte d’Assise di Trento nel corso del dibattimento processuale di martedì 27 aprile. Il quadro giudiziario che si presenta, però, è molto complicato. Parla di episodi di violenza passati, anche con la precedente compagna che il Manfrini non ha esitato a definire “Una che beveva e tirava di coca, andava in discoteca e tornava a casa alle quattro di mattina”. Le testimonianze relative alle relazioni precedenti, hanno tracciato il Manfrini come uomo violento e pieno di problemi. Il matrimonio con Eleonora Perraro deciso in tutta fretta, poco dopo essersi conosciuti su Facebook. Manfrini sostiene che Eleonora aveva problemi in famiglia, non andava d’accordo, cercava la serenità e protezione. Qualche dubbio è stato sollevato, però viste le continue cure al Pronto Soccorso. “Cercava farmaci” sostiene il Manfrini, sono stanco di essere trattato come un bruto. Io non l’ho uccisa”. Ora la difficile strada verso la verità, contando sul fatto che che la difesa sostiene sia stato stato che il cane labrador della coppia ad assalire e uccidere Eleonora.