L’intelligenza artificiale aiuterà il cittadino, no alla dittatura dell’algoritmo

Redazione03/12/20233min
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L’intelligenza artificiale aiuterà cittadini ed imprese, che beneficeranno di servizi migliori, così come aiuterà i decisori, che avranno a disposizione informazioni più complete. Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale non sarà la dittatura dell’algoritmo, tecnologia tanto pervasiva quanto malvagia in grado di sostituirsi o, peggio, di schiacciare l’uomo.
Queste sono le indicazioni, in sintesi, che arrivano dall’evento “AI per la trasformazione digitale delle amministrazioni locali”, organizzato da Trentino Digitale e dalle altre tre società in house del Cerchio ICT: Lepida (Bologna), Südtiroler Informatik – Informatica Alto Adige (Bolzano) e Pasubio Tecnologia (Schio).

L’evento si è sviluppato con una serie di conferenze e di gruppi di lavoro, organizzati nelle quattro città di riferimento e trasmesse in streaming. La conferenza ha raccolto l’adesione di alcuni tra i più noti esperti di AI del panorama nazionale (ma non solo), manager di aziende internazionali, responsabili ed amministratori di enti e società pubbliche.

La trasformazione digitale – hanno concordato gli intervenuti – investe tutta la nostra società ed è oggi sempre più condizionata dagli sviluppi dell’intelligenza artificiale, tanto che l’Unione europea ha riconosciuto proprio l’intelligenza artificiale quale area strategica per il futuro.

A questa sfida – lo ha sottolineato Gianvito Lanzolla, professore di Strategy and digital transformation presso la Bayes Business School di Londra – non può sottrarsi la pubblica amministrazione, chiamata a cambiare il proprio modo di lavorare e rispondere in maniera adeguata ai bisogni di cittadini e imprese.

Sul tema sicurezza è intervenuto il procuratore della Repubblica di Trento, Sandro Raimondi: “La raccolta dati strutturata è essenziale per effettuare indagini e richiede un cambio di mentalità. Senza questa evoluzione e l’utilizzo delle tecnologia rischiamo di perdere la lotta alla criminalità organizzata, perché oggi loro investono, ad esempio, in bitcoin. La mia sfida è quella di utilizzare algoritmi per identificare il possessore dei bitcoin, e quindi sequestrare i beni ed arrestare i criminali. Questo 10 anni fa era impossibile”.

“Il computer di Bologna che ci supporta – ha aggiunto il procuratore Raimondi – costa svariati milioni di euro, una cifra che la criminalità ha a disposizione in una mezza giornata. In provincia abbiamo sviluppato, anche con il supporto di Trentino Digitale, un sistema informatico che ci consente di individuare operazioni sospette, come l’acquisto di alberghi”.

In conclusione, la conferenza ha confermato che la pubblica amministrazione trentina è sulla strada giusta verso l’adozione dell’AI in soluzioni e servizi informatici specifici.