LEGGE SUL DISTRETTO AGRICOLO DELL’ALTO GARDA: CHI PORTERÀ AVANTI IL PROGETTO?

Che fine ha fatto la Legge Provinciale sul distretto agricolo? Se lo chiede da qualche anno il Comitato promotore della Legge d’iniziativa popolare, ed ora si è visto rispondere da Mauro Malfer, presidente della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro. “Gli stessi obiettivi sono oggi perseguiti in Comunità di Valle” ha risposto Malfer “perché così com’era nata la Legge non avremmo potuto applicarla. Inserire il Distretto con un proprio organo all’interno della Comunità di Valle – prosegue Malfer nella sua nota inviata alla stampa – sarebbe stato troppo farraginoso. Un Consiglio d’amministrazione, personale a disposizione e un presidente a sovrintendere il tutto era impensabile, anche dal punto di vista economico. Una soluzione che io non ho mai condiviso e supportata dall’allora dirigente del Servizio Urbanistica provinciale Mattei”.
La “mission” del Distretto agricolo la porta avanti la Comunità di Valle, insomma, e la Legge andrebbe cambiata. “La proposta di tale cambiamento – chiude il suo intervento Malfer – giace in qualche cassetto dell’assessorato all’urbanistica provinciale” anche se per i promotori del Distretto tale proposta è fortemente osteggiata dagli attuali amministratori del territorio, i quali vedono nel Distretto agricolo un forte ostacolo all’attività di pianificazione urbana.
Immediata la reazione dei consiglieri di opposizione in Comunità di Valle Ezio Viglietti e Angioletta Maino.
“Il Presidente della Comunità – scrivono i due consiglieri – ha dichiarato che la Legge sul distretto agricolo dell’Altogarda non è stato attuato perché “non è più attuale”. Queste affermazioni costituiscono una conferma di un atteggiamento sprezzante della volontà della cittadinanza (9.000 firme) e delle Leggi provinciali. Il distretto agricolo è stato discusso più volte in seno al Consiglio e le mozioni presentate dal nostro gruppo, per sollecitare l’applicazione della legge di iniziativa popolare, sono state puntualmente bocciate da parte della maggioranza adducendo motivazioni inconsistenti. Si è sostenuto – proseguono Viglietti e Maino – che la legge avrebbe costituito “un carrozzone” oneroso. Tutte falsità in quanto, come previsto dalla Legge, è infatti previsto che i membri degli organi collegiali svolgano la loro attività gratuitamente. D’altra parte questa inerzia nell’applicare la Legge durata 10 anni ha provocato danni incalcolabili all’economia del nostro territorio in quanto non si è potuto accedere ai fondi previsti dalla Comunità europea per promuovere l’agricoltura biologica. Anche la Provincia è rimasta immobile, benché la Legge prevedeva il subentro alla Comunità in caso di inadempienza”.