La qualità dell’aria in Trentino nel 2021

Stagista28/07/20222min
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La qualità dell’aria in Trentino è positiva; a dirlo è il “Rapporto qualità dell’aria 2021” pubblicato dall’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente – APPA. La rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita da APPA, composta da sette stazioni fisse di misura dislocate nel territorio, ha registrato infatti per il 2021 una situazione nel complesso buona, analogamente a quanto è avvenuto nel 2020. Nel dettaglio lo scorso anno sia per biossido di azoto che per le polveri sottili sono stati rispettati i valori, nonostante la ripresa delle attività dopo la pandemia; alcune criticità rimangono solo per l’ozono.

Per l’inquinante biossido di azoto NO2 si conferma per il secondo anno consecutivo il rispetto del limite normativo di media annuale non solo nelle stazioni di fondo, ma anche presso la stazione di traffico di Trento in via Bolzano. Nonostante la ripresa delle attività dopo l’emergenza sanitaria del 2020, continua il trend di riduzione della sua concentrazione.
Per quanto riguarda gli altri inquinanti potenzialmente critici quali il particolato PM10 e il benzo(a)pirene, derivante soprattutto dalla combustione della legna per il riscaldamento domestico, i dati del 2021 sono positivi e confermano, anche per quest’anno, il rispetto dei valori limite e obiettivo.
Anche per gli altri inquinanti quali polveri sottili PM2,5, biossido di zolfo, monossido di carbonio, benzene e metalli si conferma il rispetto dei limiti.
Permangono limitate criticità legate principalmente al superamento del valore obiettivo previsto per l’inquinante ozono O3, che rappresenta un problema di complessa soluzione a causa della sua natura esclusivamente secondaria, dell’influenza delle condizioni meteorologiche estive sull’innalzamento della sua concentrazione, del contributo dovuto alle sorgenti locali degli inquinanti precursori e al trasporto su lunga distanza. Per ridurre gli elevati livelli di concentrazione, rilevati in estate non solo in Italia ma in tutta l’Europa centro-meridionale, servono pertanto misure di ampio respiro, su una scala territoriale più estesa di quella provinciale o regionale.


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