Casse Rurali Alto Garda e Rovereto, la fusione è fatta

Claudio Chiarani28/05/20213min
cassa rurale arco 8676


Con oltre tremila voti a favore e solamente 45 contrari la Cassa rurale Alto Garda del presidente Enzo Zampiccoli riceve l’ok da parte dei soci per la fusione con la Cassa Rurale di Rovereto. Le votazioni si sono tenute per via cartacea, ossia i soci si sono recati agli sportelli esprimendo in tal modo la loro opinione. Lo stesso ok è arrivato anche dai soci della Rurale di Rovereto. Approvato anche il bilancio 2020 (con due voti contrari), mentre i conti della banca chiudono un 2020, segnato dalla pandemia da Covid 19, nonostante tutto, in attivo. L’utile netto ha sfiorato gli 11 milioni di euro, il patrimonio della Cassa Rurale Alto Garda supera i 203 milioni di euro, l’indice di solidità è arrivato al 22,76%, ossia è cresciuto in dodici mesi di ben 400 punti base indicato dall’indice Cet1 (Common Equity Tier1, il valore che esprime la solidità di una banca), un livello molto elevato tra gli istituti di credito italiani. Le votazioni si sono svolte sotto il controllo del notaio Piero Avella, delegato dalla Cassa Rurale Alto Garda alla verifica della regolarità delle stesse e del buon svolgimento dell’assemblea dei due Istituti bancari.
La Rurale Alto Garda ha concesso 1.400 moratorie sul pagamento dei prestiti, che sono assommate a circa 300 milioni di euro “sospesi” su rate di mutui concessi a terzi, ha concesso finanziamenti a medio termine, cioè massimo cinque anni, per circa 70 milioni di nuova liquidità di mercato, azzerando le spese per l’istruttoria dei nuovi prestiti applicando, nel contempo, condizioni economiche molto agevolate. Il tutto, come ha avuto modo di relazionare il presidente Enzo Zampiccoli “a causa del mutato scenario economico mondiale, alle cambiate esigenze di liquidità della nostra clientela e alle richieste di moratoria dei nostri clienti, interamente accolte”. I “crediti sani” sono così saliti alla cifra di oltre 55 milioni d’esercizio, i volumi di raccolta ad oltre 190 milioni per arrivare a fine esercizio a 3,72 miliardi di euro. La raccolta del risparmio è salita di circa 150 milioni di euro, evidenziando così la propensione al “mettere da parte” per il futuro, con notevole incremento sui conti correnti dei clienti e in parte nell’investimento di risparmio gestito. Insomma, un altro “matrimonio” che accresce di valore e fiducia la banca del territorio alto gardesano in ambito nazionale.

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