JACK RUSSEL UCCISO A MORSI IN GENNAIO, PARLA IL PROPRIETARIO

Claudio Chiarani21/04/20186min
Margot

L’episodio, si ricorderà, accadde a metà gennaio scorso. Cristian Ferraresi, questo il nome del proprietario della femmina di razza Jack Russsel che attendeva di prendere in consegna la figlia all’uscita dalle Medie Scipio Sighele, se ne stava tranquillo con altri genitori in altrettanta attesa. All’improvviso sbucarono due cani di grossa taglia, un Pittbull e un Rottwailer, liberi di correre senza guinzaglio col padrone per nulla preoccupato. L’attacco al Jack Russel fu fulmineo, e nel tentativo di difenderlo dai morsi anche Ferraresi subì l’attacco dei due cani rimediando ferite gravi. Racconta il Ferraresi: ” Le ferite riportate sono molto profonde e importanti, io sono finito in pronto soccorso per ricucire le parti lese, mentre la mia cagnolina Margot  è deceduta subito dopo l’intervento chirurgico di emergenza per le troppe e molteplici lesioni subite. Mia figlia di 12 anni ha assistito alle fasi finali dell’aggressione assieme ad  altri bambini che uscivano da scuola proprio in quell’orario, e ora tutta la mia famiglia sta seguendo un percorso presso uno studio di psicologia per riuscire a superare l’accaduto. Io sono anche obbligato a seguire una profilassi che durerà sei mesi con esami di laboratorio costanti e vaccinazioni di vario tipo”.

Ovvia e logica la querela presentata dal Ferraresi assieme ad un esposto in Procura, e la denuncia dell’aggressione presso i veterinari dell’Azienda Sanitarie di Arco per gli accertamenti del caso. Azioni che stanno facendo il loro corso, ma il Ferraresi ha scritto anche una lettera al sindaco di Riva Adalberto Mosaner al fine di evidenziare il serio rischio per l’incolumità pubblica. Il recente episodio accaduto in via S. Andrea, però, un dubbio a Ferraresi glielo hanno sollevato. Scrive ancora: ” Leggo sui giornali che è stata avviata la procedura d’urgenza per la sicurezza pubblica, tramite la struttura sanitaria a seguito di denuncia, dove il cane e il proprietario sono stati identificati. Complimenti per la tempestività dei provvedimenti e capisco che non vogliamo fare brutta figura all’estero ma non capisco questa differenza di trattamento. Riporto quanto trovo scritto sul giornale “In base al regolamento di polizia veterinaria dove si dispone che un cane o gatto, qualora mordano un altro animale o una persona, debbano essere tenuti sotto osservazione per la profilassi antirabbica, consentendo una deroga per l’isolamento e l’osservazione dell’animale. In questi casi è previsto poi che i servizi veterinari attivino un percorso mirato all’accertamento delle condizioni psicofisiche dell’animale e della corretta gestione da parte del proprietario. Leggo ancora che “Il sindaco ha disposto che il cane non deve essere assolutamente lasciato libero, deve essere mantenuto in spazio idoneo, obbligo di guinzaglio e museruola e l’obbligo di una assicurazione”.

Per non parlare del cane che, solo per il fatto di abbaiare – scrive ancora Ferraresi – è stato posto sotto sequestro per gli accertamenti del caso e poi, finalmente lasciano tornare a casa. Con questi due richiami vorrei chiedere e capire per quale motivo, a distanza di tre mesi non ho ancora avuto nessun riscontro per quanto riguarda la parte della sicurezza pubblica, nonostante la zona sia altamente trafficata da bambini e famiglie, per quale motivo non sono stati ancora presi provvedimenti  per tutelare la sicurezza pubblica della zona, essendo un luogo dove troviamo una scuola materna, un’asilo nido, una piscina comunale, una scuola di secondo grado come la Scipio Sighele, un campo da calcio, due parchi gioco comunali. Tutti i giorni  troviamo proprietari di cani con rottweiler, pittbull o molossi di altro genere e razza, liberi senza guinzaglio e senza il controllo con padroni incuranti dei rischi e delle conseguenze in zone dove la circolazione di bambini è veramente alta, fatti per i quali mi risultano numerose segnalazioni in merito. Ci troviamo nel triangolo dei servizi sportivi e scolastici dove tutti i giorni possiamo rischiare di essere azzannati da cani condotti da persone non preparate. Con la presente, chiedo – puntualizza sempre Cristian Ferraresi nella sua nota – semplicemente per quale motivo vista la pericolosità dei cani in questione e la zona popolare di cui stiamo parlando, dopo tre mesi la situazione è rimasta invariata, dove molto spesso possiamo trovare cani liberi nonostante la massiccia presenza di bambini, anziani, famiglie, ecc… Vorrei solamente che chi è preposto ai dovuti controlli provveda, sempre nei termini e nei modi previsti dalle normative a mettere in sicurezza   questa zona di una cittadina così bella come Riva del Garda. La situazione dopo i fatti che mi sono accaduti non è assolutamente variata, anzi, continua ad essere quella di sempre, dove i cani circolano sempre allo stesso modo e vorrei evitare che altre persone possano subire lo stesso trattamento e scongiurare che qualche bambino abbia aggressioni che potrebbero avere risvolti molto drammatici, perché le autorità sono a conoscenza dei rischi”.