Inchiesta “Romeo” e il sindaco di Riva Cristina Santi: sostegno di Salvini e attacco alla magistratura

“Tutto un altro mondo, tutta un’altra efficienza”. Con questo slogan si è svolto il pre-congresso della Lega – Salvini Premier a Padova, al quale ha partecipato anche il sindaco di Riva del Garda, Cristina Santi, preparatorio in vista del Congresso generale leghista di Firenze, previsto per il 5 e 6 aprile. Un evento che ha visto la partecipazione di esponenti di spicco del Carroccio, tra cui il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, governatori e amministratori locali. Tutti uniti sotto un’unica bandiera e una battaglia comune: l’autonomia come soluzione all’inefficienza dello Stato centrale.
“Il centralismo ha fallito, mentre l’autonomia è la via maestra per garantire efficienza e ridurre le disuguaglianze. Ma autonomia significa anche identità”, ha ribadito il presidente del Veneto, Luca Zaia, raccogliendo il consenso unanime della platea. Un messaggio forte, indirizzato a Roma, mentre la Lega cerca di rafforzare la propria posizione interna e riaffermare le sue radici federaliste.

Ma è stato l’intervento a sorpresa di Matteo Salvini a infiammare il congresso. Il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha voluto chiamare sul palco proprio Cristina Santi, per portarle la propria solidarietà personale e politica in seguito alle vicissitudini giudiziarie legate all’inchiesta “Romeo” della Direzione Distrettuale Antimafia di Trento. Il sindaco di Riva del Garda era stata arrestata, poi messa ai domiciliari e successivamente sottoposta all’obbligo di dimora, fino alla recente decisione del Gip Borrelli che ha disposto la sua completa libertà su richiesta degli stessi magistrati inquirenti.
Un caso che ha riacceso la miccia della polemica tra Salvini e la magistratura, in un momento in cui il vicepremier continua la sua battaglia per la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei giudici. Il caso di Cristina Santi si inserisce in un contesto più ampio di tensione tra il Carroccio e i tribunali italiani, con la Lega che da tempo denuncia presunti accanimenti giudiziari contro i propri esponenti. La vicenda ricorda, per certi versi, le polemiche passate che hanno coinvolto lo stesso Salvini, dalla gestione dei porti chiusi ai dossier aperti in diverse procure. A pochi giorni dal congresso di Firenze, la Lega si ricompatta attorno ai suoi leader e rilancia le sue battaglie storiche, dall’autonomia alla giustizia. Il caso Santi, da episodio locale, si trasforma così in un nuovo fronte di scontro tra politica e magistratura, in un’ennesima battaglia che Matteo Salvini sembra deciso a combattere fino in fondo.