Inchiesta Benko: Tavernini e Perugini chiedono la convocazione urgente dell’Assemblea per la Pianificazione e lo Sviluppo
A seguito della clamorosa inchiesta Benko, che vede nell’Alto Garda coinvolti alcuni vertici politici e imprenditoriali, i consiglieri di opposizione della Comunità di Valle Alvaro Tavernini e Giovanni (Johnny) Perugini hanno inviato al presidente Claudio Mimiola una richiesta di convocazione urgente dell’Assemblea per la Pianificazione e lo Sviluppo, tema che riguarda da vicino le aree ex Cattoi e Hotel Arco.
“Sono ormai noti gli accadimenti degli ultimi giorni – scrivono nella lettera – e la gravità della situazione venutasi a determinare in relazione alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto vari Amministratori dell’Alto Garda e quindi diversi membri dell’Assemblea, nonché il funzionario competente.
Viste le motivazioni dei vari gravi capi di imputazione ascritti, che minano la serenità operativa e la credibilità delle istituzioni locali nei confronti dei cittadini che rappresentiamo, chiediamo l’urgente convocazione dell’Assemblea per la Pianificazione e lo Sviluppo della Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, quale organo di indirizzo e di controllo politico/amministravo, al fine di chiarire la situazione venutasi a creare, in ottica della prosecuzione dei lavori di competenza della stessa. Considerate le notizie di dominio pubblico, senza voler assolutamente assurgere al ruolo di giudici ed anzi, nell’ottica della massima valutazione di garanzia sulla posizione dei soggetti coinvolti, riteniamo però opportuno che i singoli implicati nelle vicende in parola adottino tutte quelle forme di rispetto verso le istituzioni che non pregiudichino ulteriormente il funzionamento e la credibilità delle stesse.
Per quanto esposto chiediamo che i soggetti politici coinvolti valutino attentamente l’opportunità quantomeno di sospendere la propria attività in seno alla Comunità di Valle, nelle forme e nei modi previsti dalla legge.
Allo stesso tempo si chiede che sia attentamente valutata anche l’opportunità di attuare quelle forme cautelative previste dalle norme nei confronti del funzionario coinvolto nelle stesse vicende, visto il ruolo apicale e di responsabilità all’interno di un processo di pianificazione, che pare sia uno dei principali filoni attenzionati dalle indagini.
Quanto sopra rilevato – concludono i consiglieri – anche per permettere a chi direttamente coinvolto nel procedimento giudiziario in corso di chiarire nel dettaglio la propria posizione personale, al fine di garantirsi la massima libertà di difesa e, allo stesso tempo, di garantire all’Assemblea la piena legittimità e legalità degli atti che saranno assunti e senza pregiudicare l’operatività ed il funzionamento di questo organo”.