Gestione orsi in Slovenia, previsti 222 abbattimenti
La questione “orsi” tiene banco da alcuni anni in Trentino, così come nell’Alto Garda vista la presenza di alcuni esemplari sui monti circostanti da nostra valle.
Il confronto sulla gestione del plantigrado è spesso rivolto alla Slovenia, uno Stato che conta molti più esemplari della nostra provincia ma che riesce a gestirli in modo razionale.
Volendo fare un raffronto tra la Slovenia e il Trentino, abbiamo 20 mila km² di territorio contro 6.207, con 1.997.000 abitanti in confronto ai 538 mila.
I comuni Sloveni sono 212, mentre in Trentino sono 166, e il territorio boschivo occupa 12.163 Km² contro i 3.910 della Provincia autonoma.
Sul tema abbiamo sentito Renato Calcari, un ledrense di Tiarno di Sotto ora residente in Slovenia, riconosciuto esperto venatorio per molti anni. È stato rettore della sezione cacciatori del suo paese ed in passato ha rivestito la carica di vicesindaco ed assessore a Tiarno di Sotto.
“Nei boschi della Slovenia – ci racconta l’esperto – esistono tre tipi di grandi carnivori: 900 orsi, 100 lupi e 22 linci. Tutte le specie sono cacciabili ed offrono un ritorno economico alle 410 sezioni comunali cacciatori e alle 10 Riserve statali. Per quello che riguarda l’orso vengono fatti controlli e raccolte le segnalazioni di predazioni e danni”.
Periodicamente si fanno censimenti con controllo e schedatura del DNA. I primi sono stati fatti nel 2007 e poi ripresi nel 2015, ed hanno rilevato un incrementato del 133%. Ora lo Stato ha deciso per una stabilizzazione della presenza, con un ridimensionamento della popolazione di orsi nel territorio.
Gli abbattimenti autorizzati per il 2023 dal ministro dell’Ambiente Uros Brezan sono 222, su un censimento di circa 900 capi.
“Dopo un silenzio durato 5 anni – ci racconta Calcari – il Tribunale ha rigettato i ricorsi degli animalisti di “Alpe Adria Green” ed ha autorizzato l’abbattimento”.
In Slovenia i plantigradi erano una specie protetta grazie ad una ordinanza Jugoslava del 1935 che ne proibiva la caccia ed il commercio, durata fino agli anni 2000. Lo stato della Slovenia ha poi messo in atto le prime strategie di protezione. Da allora si decidono ogni anno le quote d’abbattimento in aree di caccia ben delimitate, solitamente tra il 5 al 15 per cento della popolazione di orsi stimata. Sono piani di abbattimento veri e propri, come succede in Italia per gli ungulati.
“Fino a due anni fa erano dai 50 ai 100 gli orsi abbattibili all’anno, ora il numero stabilito per il 2023 è pari a 222 perché l’obiettivo dello Stato è di ridurre la popolazione a circa 800 capi. Qui nessuno si scandalizza di questo, fa parte della cultura del Paese. L’orso viene cacciato ma non viene mai dimenticato, la gente sa che deve farci attenzione”.
Anche in Slovenia esistono i consigli sul comportamento da adottare in caso di contatto ravvicinato con i plantigradi, più o meno uguali a quelli del Trentino.
Aldo Cadilli