Il vicesindaco Zampiccoli: “Sul Parco Arciducale di Arco scritte troppe inesattezze”
La riqualificazione del Parco Arciducale di Arco sta infiammando l’estate arcense. Un cantiere è aperto da oltre un anno ma che sta procedendo – protestano i residenti del rione Stranfora e molti visitatori – con troppa lentezza. Tanto che dai residenti dello storico rione arcense è stato deciso di avviare una raccolta firme per chiedere l’intervento della Provincia e del Muse (vedi). I lavori sono iniziati il 23 aprile 2023, finanziati con fondi PNRR. Ad oggi, il cantiere è chiuso, ma nei prossimi giorni, assicura Roberto Zampiccoli, vicesindaco della giunta Betta, ripartiranno, per una parte. Lo stesso amministratore comunale sta seguendo in prima persona il cantiere e, vista la nuova iniziativa popolare, ha deciso di replicare alla lettera accompagnatoria alla raccolta firme, ricca di “bugie, frutto di una mancanza di informazioni”. Ma lascia aperta la porta al dialogo: “Siamo disponibilissimi a dare tutte le informazioni che chiedono, potremmo organizzare una visita guidata, con 2/3/4 rappresentanti del rione Stranforio per fargli vedere la situazione dell’Arboreto”. Quindi, risponde, punto su punto, “alle inesattezze”.
Strutture mal posizionate, tubi e cavi elettrici che rovinano la bellezza dell’arco di Stranfora. “Vero, ci sono, ma non sono del cantiere comunale. Sono cavi privati che portano elettricità a un cantiere sotto il parco”.
Parco rovinato, in pessima salute, non curato. “Sbagliato. Il Parco ha due giardinieri, fissi, tutto il giorno, da anni, che lavorano alla manutenzione del parco. Ovviamente non possono intervenire nell’area di cantiere. Il parto è tagliato, le potature sono fatte, la gestione del parco è corretta”.
Riqualificazione ecosostenibile. E le palificazioni in cemento armato? “I pali sono otto pilastri che serviranno a dare la struttura alle nuove serre. Ricordo a tutti che siamo nel 2024. Nell’Ottocento si usava il legno o la pietra. Oggi si usa il cemento armato. Così la struttura portante sarà indistruttibile. È l’embrione della serra. I pali saranno rivestiti con intonaco per siti archeologici storici che riceverà poi la struttura in ferro e vetro, come tutte le altre serre del mondo”.
Bosco centenario distrutto. “Non esiste. Noi abbiamo allargato le serre, sotto le indicazioni del Muse e della Soprintendenza. Hanno rubato un metro di prato per un piccolo allargamento”.
Nuovi percorsi che cementificano il parco. “Non è vero. Noi abbiamo tenuto il cemento sul vecchio anello, mentre tutti i nuovi percorsi saranno in ghiaino. E perfettamente permeabili”.
Unico danno. “Scavando un percorso dell’irrigazione abbiamo rovinato parzialmente una radice della sequoia. Il Muse prontamente ha “medicato” la pianta con resine speciali, per ridurre la proliferazione di infezioni”.
Dopo aver risposto a tutte le accuse, il vicesindaco Zampiccoli conclude così l’intervista a La Busa.
“Ammettiamo che è un cantiere difficile quello del Parco Arciducale, siamo in ritardo e ci dispiace tantissimo perché abbiamo perso due stagioni. Ma non dipende da noi. Non per problemi legati all’ufficio tecnico, che sta facendo un grosso lavoro. A complicare le cose, un contenzioso con la ditta che sta facendo i lavori nell’Arboreto e una variante in corso d’opera, che deve ancora superare il vaglio del Ministero a Roma. Ma vorrei che la gente capisse quanti cantieri finanziati con i fondi del PNRR sta seguendo il nostro ufficio tecnico e sono tutti nei tempi corretti: la pavimentazione alla Moletta, già conclusa ed è venuta un bijou, la nuova pavimentazione alla Grotta che partirà dopo la conclusione dei lavori di Bolognano e il Climbing Stadium di Prabi che chiuderà con qualche giorno di anticipo”.