IL “CUBO” DI VILLINO CAMPI A RIVA NON PIACE

La struttura che si sta terminando davanti al Villino Campi sul lungolago di Riva, edificio che dopo aver ospitato il punto d’informazione scientifico della Provincia sull’acqua ora sta per aprire con un nuovo esercizio pubblico. Il suo plateatico è di fatto un “cubo” di metallo che non piace ai due consiglieri della Comunità di Valle, Angioletta Maino ed Ezio Viglietti. Il “cubo”, un parallelepipedo in metallo che copre una superficie di 85 metri quadri è stato ovviamente autorizzato dal comune di Riva, proprietario dell’immobile in questione, e asservirà i futuri clienti dell’attività che sta per aprire i battenti a piano terra del Villino Campi. Maino e Viglietti ne deplorano la costruzione, asserendo che sia uno “scempio” al paesaggio e alla vista in fascia lago, e hanno presentato un’interrogazione in Comunità allo scopo.
Da parte sua l’assessore al patrimonio Alessio Zanoni risponde che tale costruzione sia stata approvata dopo l’iter necessario e che il percorso che ha portato alla decisione sia stato pubblico e sotto gli occhi di tutti. Contestare ora è fuori luogo per l’assessore rivano, visto che la commissione paesaggistica ha dato l’assenso. Fuori luogo e fuori tempo, incalza Zanoni, un “polverone” che non serve a niente e nessuno. Zanoni si dichiara contro il “cemento” in fascia lago, ma il plateatico che si sta realizzando è sul pavimento di pietra del cortile esterno, smontabile all’occorrenza semplicemente svitando qualche bullone. La società che gestirà il nuovo polo di Villino Campi, la Yachting Bar sas, si è aggiudicata l’asta per la gestione con un’offerta di 64.000 Euro su base annua, superando per idee e offerta l’altra che era pervenuta al Comune, quella della Ice & Nice di Michele Matassoni. Al piano primo e secondo di Villino Campi si trovano gli uffici di APM, la società partecipata rivana che gestisce le aree di sosta. Una soluzione, quella di avere in zona uffici e servizi che tengano aperto tutto l’anno (o buona parte della stagione) al fine anche di avere un “presidio” stabile che possa scoraggiare gli spacciatori che, in un recente passato, in zona avevano gioco facile vista l’assenza, almeno nella stagione autunnale e invernale, di controlli o persone che la frequentavano.