Il Comune di Dro si mobilita per salvare “La Trentina”: memoria, identità e lavoro

Redazione30/07/20254min
COOP VALLI DEL SARCA SEDE DRO 2011 (2)


 

Il consiglio comunale di Dro torna a discutere una vicenda che ha toccato profondamente la comunità locale: la chiusura del punto vendita e dello stabilimento de La Trentina in via Zandonai. Un luogo che per oltre quarant’anni ha rappresentato molto più di un semplice negozio di frutta: un presidio di socialità, lavoro – soprattutto femminile – e cooperazione.

A riaccendere l’attenzione è la mozione congiunta presentata da tutte e cinque le liste di maggioranza – Leali al Trentino, Fare Comunità, Scelta Consapevole, Insieme e Visione Comune – che verrà discussa durante il consiglio comunale del 30 luglio.

La decisione della chiusura, annunciata lo scorso marzo dall’assemblea de La Trentina e approvata all’unanimità, è stata comunicata ai soci nel corso di un incontro pubblico. L’azienda ha assicurato continuità nella raccolta della frutta anche per la stagione in corso, ma ha ribadito l’intenzione di chiudere la sede di via Zandonai, giudicata non più a norma né sicura.
Nonostante ciò, la scelta ha generato profondo malcontento tra i residenti, culminato in una raccolta di ben 619 firme in difesa della storica struttura.

 

 

«Quel punto vendita – si legge nella mozione – è un luogo simbolo, nato dal sacrificio di generazioni che hanno creduto nel valore della cooperazione. È parte integrante della nostra storia e della nostra identità collettiva.»

Lo stabilimento di via Zandonai nacque nei primi anni ’80 per volontà della Cooperativa Contadini Basso Sarca (CBS) e si è poi trasformato in un punto di riferimento per la frutticoltura locale e la vita quotidiana del paese.
Nel tempo, ha garantito posti di lavoro importanti, in gran parte occupati da donne, rappresentando anche un esempio concreto di economia mutualistica e di sostegno alle famiglie del territorio.

La chiusura, oltre ad avere impatti economici, rischia di cancellare un pezzo di storia locale. La mozione evidenzia il valore sociale e simbolico della sede: un luogo di incontro, trasmissione di tradizioni e promozione della filiera corta.

L’amministrazione comunale – sia la precedente, guidata da Claudio Mimiola, che l’attuale della sindaca Ginetta Santoni – ha già avviato confronti con i vertici de La Trentina, finora rimasti fermi nella loro posizione. In alternativa, è stato indicato lo stabilimento di viale Daino a Pietramurata, ma i timori restano: Pietramurata ha già vissuto il ridimensionamento dello stabilimento, con gravi ripercussioni occupazionali. In quell’occasione, a pagarne le conseguenze furono soprattutto le lavoratrici, con la perdita di preziose opportunità lavorative per il territorio.

«Siamo consapevoli – prosegue la mozione – che La Trentina è un’impresa privata e opera secondo logiche di mercato, ma non possiamo ignorare il valore che questa sede ha per l’intera comunità.»

Per questo, il documento impegna la sindaca e la sua giunta a proseguire il dialogo con La Trentina, ma anche a coinvolgere la Provincia Autonoma di Trento e gli altri enti locali, al fine di tutelare il presidio e studiare soluzioni alternative. L’obiettivo è duplice: evitare che un pezzo di storia vada perduto e riaffermare l’importanza dei punti vendita territoriali come strumenti di coesione sociale, benessere e memoria condivisa.

Il prossimo consiglio comunale si preannuncia dunque carico di significato. La comunità di Dro – come già dimostrato dalla mobilitazione – non intende restare a guardare. In gioco non c’è solo la sopravvivenza di un punto vendita, ma la difesa di un’identità, di un modello cooperativo radicato, e di un modo di vivere il territorio costruito nel tempo con fatica e passione. (n.f.)