Golf: tra turismo e tutela del territorio si riaccende il dibattito

Redazione19/12/20254min
ALTO GARDA GOLF

 

La decisione del Comune di Arco di avviare la vendita della propria quota nella società Alto Garda Golf Srl riporta al centro del dibattito cittadino un tema che da anni divide politica, operatori turistici e comunità locale: il futuro del progetto golf nell’Alto Garda e, più in generale, il modello di sviluppo turistico del territorio.
La mossa, formalmente attuata tramite Amsa – società in house del Comune – rientra in un percorso di razionalizzazione delle partecipazioni societarie. A spiegarlo è stata la sindaca Arianna Fiorio, chiarendo che Amsa è tenuta a una gestione ordinata e coerente delle proprie quote, procedendo alla dismissione di quelle considerate inattive o prive di prospettive operative nel breve periodo. Una scelta definita “prevista da tempo” e non legata a una bocciatura pregiudiziale del turismo sportivo.
Di tutt’altro avviso il presidente di Alto Garda Golf, Roberto De Laurentis. Intervistato dal quotidiano Il T, il noto imprenditore arcense ha parlato apertamente di una decisione ideologica e scollegata dalla realtà attuale del turismo. Secondo De Laurentis il golf rappresenta un’opportunità di qualità per il territorio e non un elemento di degrado, come dimostrerebbero esperienze analoghe già presenti nell’area gardesana. Una critica netta, che ha immediatamente acceso il confronto pubblico.

 

 

La posizione dell’assessora Parisi: «Scelta coerente con la nostra idea di turismo»
A rafforzare la linea dell’amministrazione è intervenuta anche l’assessora all’ambiente Chiara Parisi, che ha affidato ai social una riflessione più ampia, spostando il focus dal singolo progetto a una visione complessiva di sviluppo.
«Crediamo in un turismo capace di rispettare le peculiarità culturali, storiche e paesaggistiche di un territorio», scrive Parisi, parlando di un turismo che sappia “entrare in punta di piedi” e che non imponga trasformazioni dettate esclusivamente da logiche di mercato. Al centro, secondo l’assessora, devono restare le comunità locali, chiamate a guidare lo sviluppo e non a subirlo.
Un passaggio chiave riguarda la tutela delle risorse: biodiversità, acqua e suolo vengono indicate come priorità non negoziabili. Ed è proprio in questa cornice che Parisi colloca la vendita delle quote del golf, definendola una scelta “coerente e responsabile”, un atto che traduce in pratica i principi ambientali più volte dichiarati dall’amministrazione.

 

 

Una partita ancora aperta
La dismissione della quota – pari al 16,66% del capitale sociale – non chiude automaticamente la partita del golf nell’Alto Garda. Resta infatti la possibilità che altri soci esercitino il diritto di prelazione o che nuovi soggetti manifestino interesse. Allo stesso tempo, da Nago-Torbole è già arrivato un secco no all’ipotesi di subentro del Comune.
Quel che è certo è che la decisione di Arco segna un passaggio politico chiaro: meno partecipazioni societarie strategicamente deboli, più attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale delle scelte future. Una linea che non mette d’accordo tutti, ma che riapre un confronto destinato a proseguire, dentro e fuori le aule istituzionali.
Tra visioni diverse di turismo, sviluppo e tutela del territorio, la vendita delle quote del golf diventa così il simbolo di una scelta più ampia: quella di interrogarsi su che tipo di futuro l’Alto Garda voglia costruire. (n.f.)