“Gli impianti di depurazione del Garda sono vecchi e da cambiare”
Gli impianti di depurazione del Garda Trentino sono ormai obsoleti e mostrano i segni del tempo. Accade così che anche quelli del Garda trentino siano datati e se da una parte significa che almeno la coscienza “verde” è radicata nel tempo, è altrettanto vero che ormai vanno sostituiti. E i costi, si sa non sono certo “leggeri.” Depurare tutto quello che passa dagli impianti e poi finisce nel lago è fondamentale, ma urgono soluzioni moderne e sostenibili al passo coi tempi. L’antropizzazione del bacino del più grande lago italiano, che nella sola parte trentina vede la presenza di oltre tre milioni e mezzo di presenze turistiche all’anno è cosa nota, ma oggi come oggi tergiversare sull’argomento non è più il tempo.
Sull’argomento è intervenuta la consigliera provinciale Lucia Coppola che ha presentato un’interrogazione al governatore Maurizi Fugatti in tal senso. “Tante parole ma pochi fatti” si potrebbe riassumere il pensiero messo nero su bianco di Lucia Coppola, la quale pone analizza nel suo scritto la situazione degli impianti di depurazione, “…impianti inadeguati al sistema di smaltimento dei fanghi e sottodimensionati”. L’interrogazione pone il problema della commistione tra acque bianche e nere, grave “squilibrio” questo nel processo di depurazione. Insomma, urge intervenire e in fretta in considerazione anche che il Piano provinciale di risanamento delle acque risale al 2012 e lì si è fermato. Un Piano che prevedeva un depuratore in caverna sotto il Monte Brione o il totale trasferimento dell’intero sistema di depurazione della Busa a Mori, nell’area produttiva nota come “Le Casotte”, dove si dovrebbe realizzare ex novo un depuratore centralizzato. Le acque del più grande lago italiano non possono più attendere.