Giovani dell’Alto Garda: al via il progetto “Abitare – muoversi – lavorare”
Casa, lavoro e mobilità sostenibile: tre fattori strettamente legati fra loro, tre pensieri fissi, spesso, veri e propri incubi, per i giovani dell’Alto Garda e Ledro. Se n’è parlato martedì 14 gennaio al “Cantiere 26”, a Prabi, nel corso della presentazione del progetto della Coop Smart di Rovereto, “Verso una cultura del muoversi e abitare sostenibile nell’Alto Garda”, patrocinato e sostenuto finanziariamente dal Comune di Arco (oltre alla Fondazione Caritro di Rovereto). Tematiche molto sentite e forte partecipazione di pubblico. Progetto ambizioso sì, ma non pretenzioso di voler fornire risposte immediate alle varie problematiche, hanno ripetuto gli ideatori del progetto. “Non abbiamo le risposte a queste domande, ma le troveremo insieme”, ha premesso Francesco della Coop Smart. Un anno di incubazione attorno alla grande domanda: “La Busa è un posto per giovani? È sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale?”
Primo chiarimento: a livello sociologico, giovane è una persona fra i 18 e 40 anni. Per capire se l’Alto Garda dà opportunità o crea sbarramenti ai giovani il progetto si basa su tre macro-azioni: gli incontri divulgativi all’interno del Cantiere 26, il questionario e la “1a Giornata dedicata alla mobilità sostenibile” (in programma il 6 aprile su via San Pietro e via della Cinta, con salotti urbani, musica, attività, buon cibo e tanta allegria).
Il questionario sarà diffuso dal primo al 29 febbraio. Le tre serate divulgative invece sono in programma il 5 febbraio (“Abitare”), il 19 febbraio (“Muoversi”) e il 5 marzo (“Lavorare”).
Sulla cultura della mobilità sostenibile si è concentrato l’assessore della giunta Betta, Gabriele Andreasi. “Non è importante solo fare interventi viabilistici, ma anche creare servizi calibrati e adattati alle esigenze della cittadinanza, come succede come Bus&Go – ha spiegato l’assessore Andreasi – oggi cerchiamo di lavorare su concetti più alti, quelli di una città più sostenibile, incentivando l’uso di mezzi alternativi all’automobile”.
Sul tema “Casa” invece è intervenuto Domenico, titolare dell’agenzia immobiliare Gardacasa. “Da cinque anni a oggi i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 50% – ha spiegato – il fenomeno è diffuso in tutto il Trentino, dovuto a diversi fattori, ma tutti legati al famigerato ‘bonus 110’”, spiegando anche il fenomeno parossistico legato agli appartamenti turistici: “Per l’affitto di un bilocale ora si spende dagli 800 ai 1200 euro al mese”.
Sul mondo del lavoro, invece, ha preso la parola Cecilia Malvinni, direttore di Arconvert – Fedrigoni di Arco. “Siamo in difficoltà a trovare personale, dagli ingegneri agli operai generici – ha detto – sono pochi quelli che credono nelle possibilità di un lavoro in fabbrica, in quanto è considerata come ‘ultima spiaggia’ nelle ricerche di lavoro. Eppure abbiamo grandi multinazionali che investono capitali nel nostro territorio e generano ricchezza”. I giovani invece preferiscono altre realtà. “Siamo qui e partecipiamo a questo progetto di Cantiere 26 – ha concluso – per condividere e capire come arrivare ai nostri giovani e per creare una consapevolezza della cultura aziendale che su questo territorio è scarsa”.
Mattia Detoni, presidente de “La Busa Consapevole” e di “Assocentro”, da albergatore ha puntato il dito contro “i 4/5mila appartamenti tolti ai residenti e dati al business turistico – ha detto – negli ultimi 10 anni è stata data la possibilità ai proprietari di seconde e terze case di mettere l’appartamento su Booking e sfruttare la forza di una destinazione turistica per ricavarne un introito in più. Anche 40mila euro all’anno. Parte da qui il problema casa, legato a mancate prese di coscienza e politiche di contenimento”. Un altro nodo della questione è legato al “mondo del sommerso”, al problema del controllo fino a quello della viabilità. “Ora siamo di fronte a un bivio, ci sono da fare scelte forti – ha concluso Detoni – e ridurre il numero di appartamenti turistici, bisogna riportarne almeno 2/3mila a residenziale per sbloccare la situazione abitativa”.
Dal pubblico, quindi, sono state raccontate varie esperienze. Come quella della pluri-medagliata e campionessa di paraclimbing, Lucia Capovilla. Trasferita per amore del free climbing da Venezia Isola ad Arco, per un anno e mezzo è stata costretta a vivere in un furgone, “per mia scelta – ha precisato – devo però ringraziare le amicizie e la comunità locale se sono riuscita a trovare un appartamento in affitto”.
Vanessa, trentenne di Massone, ha spiegato perché i giovani scappano all’estero. “Uno stipendio medio/buono si aggira sui 1.400 euro – ha detto – un affitto medio invece si aggira sui mille euro. Io abito a Massone e ho visto tanti appartamenti sfitti diventare turistici”, con molte problematiche legate alla convivenza fra residenti e ospiti. “Se non si è in due persone pagare affitto, bollette e fare la spesa è praticamente impossibile”, ha ribadito.
Filippo, originario di Dro, per 15 anni ha vissuto a Venezia e Bologna dove ha lavorato come assistente sociale, ha scelto di tornare a Dro. “Io e la mia compagna siamo scappati da Bologna per la turistificazione della città e l’impossibilità di vivere in città con gli stipendi, vieni espulso dalle città, ma questo fenomeno sta accadendo anche nelle nostre zone dell’Alto Garda. Per noi giovani è impossibile costruirsi un futuro”. L’Alto Garda inoltre è in ritardo sui servizi pubblici, “potersi muovere senza macchina è impossibile”, proponendo una suggestione, “il ritorno del trenino, Trento-Rovereto-Busa”.
Infine, gli organizzatori della serata hanno chiesto un intervento al presidente della Cassa Rurale Alto Garda-Rovereto, Enzo Zampiccoli: “Tante problematiche sollevate questa sera le ho vissute anch’io, quand’ero giovane. Sia sulla viabilità come sulla carenza di servizi. Ma non siamo ancora riusciti a risolverli. Una volta usavamo l’autostop, ma oggi non è più di moda. Sul lavoro invece posso dire che nella nostra zona non manca, c’è una diversificazione economica importante in Busa”. “Ma non bisogna criminalizzare il turismo – ha ripetuto il presidente Zampiccoli – abbiamo fatto investimenti importanti per sviluppare gli sport legati al nostro territorio”. Stesso discorso sulla questione degli appartamenti turistici: “Giusto regolamentarli, soprattutto nei condomini e nei centri storici”. Per liberare appartamenti per le famiglie, ha suggerito, sarebbe opportuno “creare un ‘Consorzio di garanzia’ a favore dei proprietari degli appartamenti, per avere maggiori tutele in caso di morosità o altro. “La faccenda è complessa, ma spetta agli amministratori trovare delle soluzioni, intervenendo anche sulla legge 392 del 1978”, ha concluso il presidente Zampiccoli.