Garda Dolomiti, una stagione positiva ma… non troppo
La pandemia, si sa, ha colpito ovunque e anche il nostro territorio non è rimasto “indenne”. Un territorio che vive di turismo e che, non appena le restrizioni imposte dal governo hanno allentato le redini, ha visto arrivare frotte di turisti. L’ultimo quadrimestre preso in esame dall’Azienda Garda Dolomiti del neopresidente Silvio Rigatti riporta cifre con diversi segni negativi davanti. Uno conforto l’aumento delle presenze degli italiani che, diciamolo, hanno riscoperto il Garda trentino. È mancato il mercato anglofono e una buona parte di quello legato ai Paesi dell’Est, in sostanza le presenze nei quattro mesi presi in esame, da giugno a settembre 2021sono assommate a 2.950.000 totali d’ambito per arrivi totali di 600.000 persone. Un milione o poco più delle ultime migliori performance degli anni 2018 e 2019, quando si era toccato il massimo di circa 3.500.000 presenze totali d’ambito. Ma il segno meno va davanti a Paesi come la Federazione Russa, la Norvegia, la Svezia e, soprattutto il Regno Unito. Perdite calcolate in un meno85-95% tra arrivi e presenze. Male anche la Danimarca (-30%), l’Irlanda (-80% e Israele (-60%), passando per il dato negativo della Repubblica Ceca (-23%), della Slovacchia (-27%) e all’Ungheria (-27%). Di contro, invece, il dato dei visitatori dalla Polonia, Paese che ha fatto registrare un confortante e speranzoso + 9%. Con Arco che ha fatto registrare la miglior performance (+3,8% rispetto al 2019) e Ledro che sull’alberghiero ha tenuto bene (85.000 le presenze) la nota “dolente è stato il traffico. Un aumento sotto gli occhi di tutti, e che se da una parte ha fatto dire “meno male” (fino al 2019 nessuno lo avrebbe nemmeno pensato dovendo muoversi in Busa) a tutti va certamente monitorato. Un cambio di ospiti che, purtroppo, ha inciso pesantemente su tutto ciò ha detto Rigatti, dato sul quale tutti dovranno lavorare in sinergia, amministrazioni comunali in prima fila.