Forum del Garda: “Agire in fretta per ripristinare carpione e alborella”
Partecipato evento promosso dal Rotary Club di Peschiera e del Garda Veronese con il Club di Riva del Garda, quello di Salò e Desenzano del Garda presso la Dogana veneta di Lazise. Il “Forum del Garda” trattava quest’anno il delicato tema della “La pesca nel lago di Garda: valore storico, situazione attuale e prospettive”.
Dopo i saluti istituzionali, è toccato a Silvio Rigatti, presidente di Garda Dolomiti, portare i saluti del Garda trentino agli ospiti e ai relatori e augurare un buon lavoro a tutti
Il primo relatore, il dott. Nico Salmaso della Fondazione Edmund Mach, ha parlato della qualità delle acque del lago e l’importanza del marchio di qualità da attribuire al pescato ed ha illustrato una sintetica ma efficace relazione che ha preso il via dal “disco di Secchi”, strumento che si utilizza per misurare la trasparenza dell’acqua e che porta il nome del monaco suo inventore Angelo Secchi. “La trasparenza dell’acqua del lago di Garda – ha detto Salmaso – in un secolo si è ridotta del 50% circa, dagli iniziali 15 agli attuali sette metri. Le concentrazioni di fosforo e la comparsa di criobatteri ne sono la causa principale, ma dal 2010 a oggi la pericolosa curva che analizza lo stato dell’acqua ha iniziato a scendere positivamente. Tuttavia, non bisogna abbassare il livello di guardia.” Se il livello di fosforo sta migliorando Salmaso ha ovviamente puntato il dito anche sui cambiamenti climatici e l’innalzamento della temperatura del nostro globo, altro fattore che rallenta il rimescolamento delle acque. “Servono inverni freddi e venti impetuosi – ha detto l’esperto della Fondazione Mach – affinché ciò avvenga, perché l’accumulo dei nutrienti senza di ciò sul fondo del lago è un altro fattore di rischio per lo stesso.” La parola è poi passata al segretario e memoria storica della Comunità del Garda Lucio Ceresa, il quale ha illustrato la “storia” della pesca nel lago di Garda e il suo valore storico prima dell’avvento del turismo di massa. “Quanti cambiamenti hanno vissuto le sue genti – ha detto Ceresa – dal dopoguerra ad oggi? Per questo il nostro lago deve avere una regia unica che oggi è la Comunità del Garda, fondata nel 1955 e ha saputo affrontare tutte le sfide da allora ad oggi, sin da quando il Garda aveva la direttrice Arco – Gardone – Sirmione di asburgica memoria dedicata alla qualità dell’aria e del suo clima mediterraneo per la cura delle malattie respiratorie. Poi, dal 1948 a oggi è esploso il turismo di massa sulle ceneri della II Guerra mondiale.” All’ittiologo Ivano Confortini, infine, è toccato l’argomento di sua specifica competenza, ossia parlare delle specie di pesci autoctone e quelle, invece, che nel Garda ci hanno trovato l’habitat ideale. “Il pescato è parte integrante dell’economia turistica del Garda – ha detto – Più pescato significa più offerta del pesce di lago dal valore eccelso. La scomparsa del carpione e dell’alborella sono fatti significativi che è necessario agire, e in fretta per evitare l’estinzione totale di queste specie che vanno di conseguenza ad interagire con tutte le altre specie. Per questo stiamo facendo interventi mirati in questa direzione, ossia creare le condizioni affinché la pesca possa riprendere e le specie che popolano le acque del Garda si riproducano”.
(foto Luca Delpozzo)