Fondazione Arco, Mattei: “Porta del Cuore opportunità persa, ma la RSA cambierà volto”

Nicola Filippi28/10/20245min
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“Peccato, la “Porta del Cuore” è stata un’opportunità persa, preferisco non commentare, ognuno dia l’interpretazione che vuole, certo è che però è stata una perdita”. Il presidente della Fondazione Comunità di Arco, Paolo Mattei, ex sindaco di Arco, “pesa” ogni parola prima di rispondere alle domande de “La Busa”.
Sfumata l’acquisizione da parte dell’amministrazione comunale di Arco del Residence “La Porta del Cuore”, venduto dalla proprietà a un imprenditore alberghiero rivano, che avrebbe permesso alla adiacente Fondazione Comunità di Arco di ampliare la propria offerta e potenziare i servizi a disposizione degli anziani ospiti, il presidente della RSA di via Strappazocche allarga le braccia.
Ma guarda avanti, con determinazione e caparbietà. E anticipa: “Già da tempo stiamo elaborando e preparando un progetto di riqualificazione profonda della struttura attuale, ché ne ha estremamente bisogno. È vetusta, non è più idonea alle esigenze dei nostri ospiti”. Sarà trasformata in una Casa di riposo moderna, al passo con i tempi, assicura.
Presidente Mattei, sfumata l’occasione di entrare in possesso della “Casa del Cuore”, resta di stringente attualità che la Fondazione Comunità di Arco ha bisogno di spazio e di svecchiarsi. Cosa avete in serbo per il futuro della casa di riposo?
“La nostra sede è vecchia. Soprattutto dentro. Quando è stata aperta, i nostri anziani erano in gran parte autosufficienti. Nel frattempo, però, negli ultimi 15/20 anni, il tipo di fragilità anziana è cambiata. Numericamente sta aumentando e contemporaneamente sta diventando sempre meno autosufficiente, più dipendente. Nella nostra Fondazione, ma anche nelle altre strutture dedicate, anziani che camminano da soli sono sempre meno, li conti sulle dita di una mano. Oggi hanno bisogno di nuovi spazi, di strutture e di servizi particolarmente dedicati ad anziani in carrozzina o allettati. Detto questo, questa casa di riposo, così com’è, non è più idonea”.

 

 

In cosa consiste il vostro progetto?
“Stiamo preparando un progetto di ristrutturazione molto profonda, abbiamo già parlato con la Provincia e abbiamo già una interlocuzione importante per poter implementare la sede. In Fondazione ci stiamo impegnando, per adesso stiamo ragionando su concept, su idee, ma dobbiamo assolutamente portare avanti il progetto con la collaborazione della Provincia. Abbiamo già fatto un passaggio in assessorato, con l’assessore Tonina e con i suoi stretti collaboratori. Abbiamo avuto un incoraggiamento per andare avanti con la progettazione e arrivare al progetto di fattibilità. Questa è la madre di tutti i progetti, di tutti quelli che vogliamo fare”.
Per riqualificazione profonda cosa intende?
“Vuol dire che, un pezzo alla volta, ricostruiremo tutta la casa di riposo. È un lavoro molto complesso e articolato. Ora è prematuro parlarne nei dettagli, ma quando avremo in mano la delibera del finanziamento organizzeremo un incontro pubblico, forse anche in Consiglio comunale, per spiegare nei minimi dettagli alla cittadinanza il progetto. Adesso dobbiamo lavorare sui tempi, incaricare degli esperti specializzati in Rsa, studi di ingegneria o architettura specializzati in residenze sanitaria per anziani. Fare la scatola è la parte più facile, quella più complessa e difficile è quella di realizzare la parte interna. Alla fine, sarà una casa di riposo moderna, al passo con i tempi”.
Sulla tempistica avete delle indicazioni?
“Per Legge, il nostro percorso è già segnato. Entro fine gennaio prossimo dobbiamo presentare il progetto di fattibilità, con una valutazione tecnico economica del progetto. Dobbiamo farlo entro il 31 gennaio 2025 perché la Provincia vuole sapere quali sono tutti i progetti ammissibili a finanziamento. Mi auguro che Arco sia uno di questi, preso in considerazione in modo particolare. Ci contiamo, assolutamente. La Porta del Cuore è stata un’opportunità persa, ma adesso noi dedicheremo tutti i nostri sforzi alla ristrutturazione profonda, guardando al futuro, pensando ai prossimi 15, 20, 50 anni della casa di riposo”.

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