Eremo di Arco, via libera dalla Provincia: 42 posti letto per la lungodegenza

Dopo anni di attese, rinvii e un percorso giudiziario durato oltre un decennio la Casa di Cura Eremo di Arco ottiene finalmente dalla Provincia l’autorizzazione ad ampliare la propria dotazione con 42 nuovi posti letto dedicati alla lungodegenza. Un passaggio che segna la conclusione di una vicenda iniziata a metà anni Duemila e che oggi apre una nuova fase per una delle strutture sanitarie più dinamiche del territorio.
La giunta provinciale ha approvato la richiesta della clinica confermandone la piena conformità ai parametri previsti. La decisione arriva dopo un lungo iter che, nel corso degli anni, ha visto alternarsi verifiche tecniche, momenti di stallo dovuti prima alle controversie legali e poi all’emergenza pandemica. Ora, con tutte le condizioni finalmente allineate, l’Eremo può procedere con l’ampliamento della propria offerta.
Parallelamente alla battaglia giudiziaria la struttura non ha mai interrotto il proprio percorso di sviluppo: negli ultimi anni sono stati potenziati sia i programmi riabilitativi come la cardiologica intensiva e la neurologica ad alta specializzazione, sia i servizi ambulatoriali che oggi contano oltre venti branche grazie anche al poliambulatorio Bellaria. Attualmente l’Eremo dispone di 169 posti letto autorizzati e 173 accreditati, ai quali ora si aggiungeranno i 42 destinati ai pazienti che necessitano di cure prolungate dopo la fase acuta.
Dal punto di vista normativo il via libera provinciale è arrivato dopo la verifica di compatibilità con il parametro storico di riferimento (0,58 posti ogni mille abitanti), considerato rispettato. La Provincia ricorda comunque che il fabbisogno di lungodegenza risulta già ampiamente coperto dal sistema pubblico e privato accreditato, ma ha comunque riconosciuto la legittimità della richiesta della struttura arcense.
Soddisfatto Sergio Fontana, amministratore delegato e presidente della Casa di Cura, che sottolinea come questa autorizzazione metta la parola fine a una vicenda lunga 16 anni e passata attraverso sette gradi di giudizio.










