ELEONORA ANGELINI LA SPUNTA CONTRO COOP ALTOGARDA

La vicenda dell’esclusione della professionista arcense Eleonora Angelini da socia della Coop Altogarda è nota: nonostante il voto quasi unanime dell’assemblea dei soci che le confermava la fiducia quale socia, bocciando la ratifica del suo sostituto, il CdA l’aveva esclusa. Eleonora Angelini aveva immediatamente dichiarato che avrebbe fatto ricorso alla Camera di Commercio, e ora il responso è arrivato: lei va reintegrata a pieno titolo e le devono venir rimborsate anche le spese legali sostenute. In sostanza il CdA ha agito nei suoi confronti in sfregio a Leggi e regolamenti in merito alla sua esclusione da socia da parte dell’allora consiglio d’amministrazione. È inevitabile che si profili, questo punto, da parte dell’attuale Amministrazione di Coop, e a fronte delle ingenti spese legali sostenute per la vertenza, potrà essere avviata un’azione di responsabilità dei precedenti amministratori, finalizzata a recuperare i costi di un contenzioso generato da decisioni prive di presupposti di legge e di statuto come emerge da lodo arbitrale.
Eleonora Angelini si dichiara soddisfatta: “Il collegio arbitrale ha stabilito che il documento che avevo fatto circolare tra alcuni consiglieri altro non era che il vecchio accordo di rilancio da rinnovare, un documento indispensabile per la discussione e non riservato, in quanto addirittura pubblicato sul giornalino dei sindacato. Ha stabilito inoltre che non ho dato alcuna informazione all’esterno del consiglio e che comunque la notizia era nota a parecchi. Sono ovviamente felice, ringrazio tutti i soci. Tuttavia, il riconoscimento più importante mi è stato dato dall’assemblea dei soci il 22 maggio scorso. Il CdA dopo avermi espulso aveva nominato un consigliere per sostituirmi, e quella nomina doveva essere ratificata. In quell’occasione l’assemblea di circa 400 soci – che pure per senso di responsabilità approvò il bilancio – al 90% bocciò la ratifica del mio sostituto. È stato un grande atto di fiducia nei miei confronti, che non mi aspettavo. E un segnale forte verso l’intero consiglio che in quell’occasione venne invitato a dimettersi e che dopo poco fu commissariato”.
E ancora nella nota dice: “Il mio dissenso in consiglio sul tema del contratto è stato trattato in maniera pesante. Ho dovuto sopportare intere riunioni di consiglio cui partecipava un avvocato chiamato dalla presidente del Consiglio di Amministrazione per gestire e formalizzare la mia esclusione. Dopo un iniziale disorientamento, ho capito che era una cosa abnorme e ho deciso di combattere per rispetto dei valori della Cooperativa, dei soci e dei dipendenti. Coerentemente come dichiarato in passato, non ho chiesto nessun risarcimento economico personale, sono stata “espulsa” solo per aver chiesto di approfondire tematiche e questioni fondamentali, per aver manifestato con rispetto e chiarezza le mie idee volte a riportare il dialogo ed un confronto serio con soci e lavoratori su piani che ritenevo coerenti e giusti con quelli che per me sono i valori fondanti e indissolubili della Cooperazione. Inoltre, non era mia intenzione incidere per ulteriori costi sulla situazione economica già difficile. È molto probabile che, a seguito di una verifica della sentenza come da prassi, i costi per le spese di questa vicenda non ricadano sulla cooperativa e dunque su noi soci, ma che si possa avviare un’azione di responsabilità verso gli amministratori, dalla ex presidente Chiara Maino, alla ex vice presidente Claudia Angelini fino agli ex consiglieri che hanno proceduto alla mia espulsione”.
Piena soddisfazione, quindi per la sentenza? “In nessuna società “padronale” il Consiglio si sarebbe avventurato in un contenzioso con un consigliere semplicemente perché non allineato e senza passare per l’assemblea che lo aveva nominato. Il consiglio di Coop Altogarda non ha esitato a farlo con l’esito che si è visto. Una vicenda i cui costi – prima quelli dei legali incaricati di gestire la mia uscita e poi quelli del giudizio arbitrale – sono significativi e gravano ora sulla Coop. Ricordo di aver suggerito alla presidente Maino di chiudere questa vicenda surreale, ma senza esito. Anche alla luce del successivo commissariamento, ritengo ci vorrebbe più attenzione nella scelta delle candidature degli amministratori delle cooperative”.
Le conclusioni della vicenda, dunque, Eleonora Angelini le riassume con “Nei fatti, già l’assemblea di circa 400 soci con un voto pari al 90% aveva acclarato la linearità e la qualità del mio comportamento. Oggi attraverso l’Arbitrato si conferma la serietà del mio comportamento. È evidente che mi fa piacere che venga stabilità la verità dei fatti e riconosciuta la discriminazione avvenuta nei miei confronti da parte degli allora amministratori. Dopodiché… la vicenda Coop Alto Garda, culminata con il commissariamento è stata un passaggio molto traumatico per la Cooperativa e quanto tale realtà ha rappresentato nei decenni, sia in termini di valori, di impegno sociale, di spirito di servizio e abnegazione di tante persone. Piena fiducia nel commissario Maurizio Postal e nella vice Debora Pedrotti”.
In merito allo scontro all’interno del CdA è doveroso ricordare che lo scontro causa della sua espulsione dipendeva dalla sua contrarietà nel voler disdire l’accordo di rilancio per il contratto dei dipendenti. “Sì – risponde Eleonora Angelini – su una questione importante, il rispetto dei lavoratori. Se ricorda i vertici Coop sulla stampa definivano “ideologici” i sindacati per le loro rivendicazioni, dimenticando che la storia di Coop Alto Garda, già Cooperativa di unità operaia, nasceva sui valori dei sindacati di fabbrica e che per 40 anni quei valori sono stati il motore e la fortuna di questa realtà economica. È evidente che gli errori di gestione e di strategia non possono ricadere sui dipendenti”.
Infine sul mandato del Commissario, operato per il quale sembra che tutto si sia risolto con prospettive di chiusura di bilancio 2018 in positivo che dice? “Questa è una buona notizia e credo vada riconosciuto il merito e la capacità al Commissario. Stiamo attenti, però, a non confondere l’incompetenza di qualcuno con le potenzialità e i valori del movimento cooperativo che fanno parte integrante della Costituzione, materiale del nostro Trentino ma anche della parte migliore della nostra Nazione”.