Due giovani in bicicletta dalla neve di Monaco al sole di Riva: che avventura!
Cosa abbia spinto Ann-Carolin Brune e Arthur Jacobs, 24 e 22 anni, a partire da Monaco di Baviera ed arrivare a Riva del Garda dopo un’intera giornata sui pedali delle loro biciclette (non elettriche) non è dato a sapere. Molto probabilmente la voglia di avventura e di raggiungere la loro amata cittadina benacense.
Il gestore del loro alloggio rivano “Small& Quick Supergreen”, Lorenzo Vescovi, non ci credeva quando hanno chiamato per dire che sarebbero giunti in bicicletta e che erano in ritardo sulla tabella di marcia a causa della… neve.
“Ci siamo alzati domenica 15 settembre alle 3 per una giornata che per noi sarebbe diventata indimenticabile – questo il racconto della coppia a La Busa – Colazione con caffè e fiocchi d’avena, una lunga preparazione e poi partenza alle 4 e 30 da Monaco in sella alle nostre biciclette. Appena dopo un chilometro ad Arthur si è rotto il pedale a scatto. Impossibile da riparare, è andata così e bisogna proseguire. La temperatura era di 4 gradi e le prime 2 ore furono in completa oscurità. Quando si fece giorno ci accorgemmo che il paesaggio era completamente bianco, tutto era leggermente innevato e il termometro sul computer della bici segnava -1°”.
“I miei piedi – racconta Ann-Carolin – nonostante 2 paia di calzini e (trucco segreto) 2 strati di carta stagnola e sacchetti di plastica intorno, erano diventati come blocchi di ghiaccio. Ma non importava, grazie alle cinque giacche addosso era in qualche modo sopportabile. A un certo punto pensammo che doveva pur diventare più caldo. Arthur, per motivarmi, diceva che in Italia avremmo trovato 20 gradi. E io dicevo: 180 km, quello è il punto più alto, i 200 km finali saranno come volare, non contano nemmeno”.
Questi pensieri hanno accompagnato i due temerari ciclisti fino al Brennero, poi ebbe inizio la discesa. “Da Bressanone in poi – proseguono nel racconto – ci trovammo di fronte a un paesaggio da sogno e le migliori piste ciclabili che avessimo mai percorso, il che ci diede grande motivazione. Ma anche il fatto che ci fossero veramente quasi 20 gradi. Così potemmo attraversare Bressanone, Bolzano, Trento. La parte in Italia fu chiaramente la più bella del tour, ma il calare delle luci della notte e l’ultima ora illuminata solo dai fanali delle bici è stata davvero dura. Tutto faceva male, soprattutto le ginocchia. Ma a Riva ci accolse calorosamente Lorenzo e ci mostrò il nostro appartamento per le vacanze. Eravamo così felici di essere finalmente arrivati dopo 377 chilometri percorsi e i 3mila metri di dislivello. Ne è decisamente valsa la pena, ora ci aspettavano una meritata pizza e un gelato”.
Sono poche le foto che documentano la loro avventura perché non hanno avuto un attimo per fermarsi, ma l’Alto Garda ha dimostrato ancora una volta come sia una meta tanto desiderata dai germanici. Un monito a preservarla e tenerla integra il più possibile.
Ma la coppia, presa dall’entusiasmo, si è lasciata andare ad un annuncio: “L’anno prossimo lo rifacciamo da Dresda, dove abitiamo, e pedaleremo di nuovo fino a Riva del Garda”. Sono circa 800 chilometri, ce la faranno?