Controllo uso appartamenti a Riva, servono più Agenti
Che servano soldi per finanziare un nucleo dedicato al controllo degli affitti turistici, in particolare quelli irregolari, è più che comprensibile. Chi lavora va retribuito, e il controllo degli appartamenti in questione è la priorità che il Garda trentino ha deciso, finalmente, di prendere di petto. Il sindaco Cristina Santi lo ha detto a chiare lettere, supportata dalla presenza del comandante del Corpo di Polizia Locale Intercomunale Filippo Paoli. Il controllo della legalità e regolarità degli appartamenti ad uso turistico, non la “repressione”, è stato detto, ma è chiaro che va fatto al fine d’evitare quel “sommerso” che sicuramente da qualche parte esiste.
I numeri di Riva del Garda: 10.680 appartamenti dei quali circa il 70% sono residenza principale e il rimanente abitazioni di persone o nuclei familiari non residenti (3.152). Di questi 508 sono abitazioni turistiche private, 674 case “appartamenti vacanze” con partita IVA e 160 quelli chiusi. Poi ci sono le seconde case: ben 1.810 che, secondo i dati forniti da Gestel (la gestione delle entrate locali) sono chiuse, su 7.992 famiglie in quel di Riva del Garda. In pratica un terzo degli appartamenti a Riva è di non residenti. “Qualcosa è sfuggito in tutti questi anni” ha detto la prima cittadina di Riva, la criticità è complessa ma va affrontata e per questo si è deciso d’istituire un nucleo “speciale” di agenti di Polizia urbana atto allo scopo. Tre/quattro agenti dediti ai controlli che richiede il finanziamento di una cifra suppletiva al mezzo milione di euro che arriva oggi dalla provincia nelle casse comunali. Programmare l’urbanistica, controllare l’esistente, evitare ulteriori deroghe alla legge Gilmozzi e, come ha fatto Firenze, evitare gli affitti brevi in centro storico le prime misure da adottare. Oltre alle verifiche dell’esistente come detto, che si è “lasciato andare” un po’ troppo in questi ultimi anni.