Comunità di Valle a Riva, distributori automatici davanti al bar
Il bar che trova sede all’interno della “Comunità di Valle” a Riva del Garda si è visto installare da parte della Azienda Sanitaria, sul corridoio degli ambulatori medici adiacente l’ingresso, due distributori automatici di cibo e bevande.
Questo ha portato ad un notevole calo degli incassi, non serve essere laureati in economia per intuirlo, e le sorelle Bellotti, gestrici del piccolo punto di ristoro, hanno criticato fortemente l’iniziativa della Azienda Sanitaria alla quale, peraltro, pagano l’affitto per la gestione del locale.
Il baretto è sempre stato un piacevole punto di ristoro per chi si reca a fare le analisi, visite mediche o negli uffici della Comunità di Valle ai piani superiori. Così come il servizio dei pasti che le stesse sorelle, Lara, Franca e Veruska preparano per i dipendenti che lavorano all’Azienda Sanitaria o in Comunità di Valle.
“Abbiamo lavorato anche in piena pandemia, su richiesta della Provincia, con tutti i rischi del caso, per garantire i pasti ai Sanitari, ed ora veniamo ringraziate in questo modo per il nostro sacrificio. Tenere aperto ci ha fatto perdere i ristori del Governo, forse era meglio rimanere a casa”.
Il posizionamento dei distributori automatici è una “novità” che causa loro perdite economiche stimate in circa 300 euro al mese. Perché le “macchinette” sono accese e funzionano 24 ore su 24, dunque non solamente quando il bar chiude. Una “soluzione” dell’Azienda Sanitaria che in questi tempi di crisi non aiuta di certo.
“Pensare – ci dice una delle sorelle – che volevamo installare noi dei distributori per dare un servizio anche nei periodi di chiusura, ma ci era stato impedito”.
Il presidente della Comunità di Valle Claudio Mimiola ha scritto una lettera all’Azienda Sanitaria per sollecitare una soluzione al problema.
Attualmente le sorelle Bellotti gestiscono il bar in proroga, in attesa della emissione del nuovo bando, ed ora lavorano pagando l’affitto ad Azienda Sanitaria e Comunità di Valle con questa concorrenza sleale in “casa” che è stata loro imposta. Oltre a tutto ciò, è stato bloccato anche l’accesso diretto al bar dal corridoio dove ci sono gli ambulatori per i prelievi e le analisi, insomma una situazione che non aiuta certo ad andare avanti. Cosa chiedono le sorelle? Che sia calcolata la perdita dovuta alle macchinette nella quota dell’affitto, oppure che stesse entrino in funzione solo quando il bar è chiuso. Una situazione lavorativa paradossale per la quale le tre sorelle chiedono all’Azienda di trovare un’equa soluzione.