Compendio ex Argentina ad Arco, “abuso lieve” e prescrizione

Claudio Chiarani13/12/20192min
Seconda udienza per il caso ex Argentina

Il “caso” era finito in prima pagina sul Corriere della Sera, uno dei quotidiani nazionali a maggior tiratura, a firma di Gian Antonio Stella. Una pagina intera in data 28 febbraio 2014: “L’ecomostro sul lago di Garda e il miracolo dei sotterranei emersi” per quasi tre milioni di lettori tra i quali, probabilmente, qualcuno che soggiorna nell’Arco Felix c’era e c’è ancora. Oggi tutto questo è chiuso definitivamente (appare molto improbabile che si ricorra al terzo grado di giudizio, in Cassazione) con un’assoluzione “dolce” per gli imputati, i fratelli Roberto e Gianluca Miorelli della ditta Cosmi che hanno realizzato il compendio Olivenheim sui ruderi di ciò che nel secolo scorso era, appunto, il sanatorio Argentina. Un’assoluzione che non lascia dubbi: nessun “ecomostro”, nessuna cubatura oltre il consentito ma solamente un illecito “leggero” che non si può definire secondo la Corte d’Appello di Trento che ha emesso la sentenza “lottizzazione abusiva”. Un reato per il quale è già in atto la prescrizione, l’abuso edilizio. Ora per i fratelli Miorelli si apre la strada della “restituzione” di quanto messo sotto sequestro dopo la sentenza di primo grado del 31 maggio 2017 del Tribunale di Rovereto lasciando, finalmente, i Miorelli tirare il classico sospiro di sollievo. Anni un cui per l’opinione pubblica, che spesso condanna prima della Giustizia, tutti erano colpevoli. Una vicenda dalla quale escono Bianca Maria Simoncelli, dirigente dell’ufficio tecnico arcense assieme ai tre progettisti (Bolgan, Ferretti e Zanon) e la geometra Tiziana Mancabelli, sempre dell’ufficio tecnico del Comune di Arco assolti con formula piena assieme il vicesindaco di Arco Stefano Bresciani. A titolo di risarcimento, per la Parte Civile all’associazione Italia Nostra vanno 25.000 euro per le spese processuali.

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