Ciclovia del Garda, nuovo esposto degli ambientalisti: “Progetto rischioso e oneroso”

Redazione18/06/20253min
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Il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda torna a farsi sentire, stavolta con un esposto formale inviato a numerosi enti e autorità nazionali, tra cui ISPRA, il Ministero dell’Ambiente, ANAS, il Consiglio Nazionale dei Geologi e le Corti dei Conti di Trento e Roma. Nel mirino c’è ancora una volta il progetto della Ciclovia Turistica del Garda, in particolare il tratto Limone-Riva del Garda (Unità Funzionale 2), attualmente in fase di avanzata progettazione da parte della Provincia Autonoma di Trento.
Il documento, basato su dati e pareri tecnici contenuti negli stessi atti ufficiali del progetto, sottolinea le enormi criticità geologiche dell’opera. Secondo il Coordinamento, l’intervento non solo sarebbe estremamente costoso, ma potenzialmente pericoloso per la sicurezza delle persone e delle infrastrutture esistenti, in primis la galleria Orione della SS 45 bis, arteria vitale che collega Lombardia e Trentino lungo la sponda occidentale del lago.

 

 

Una zona ad altissimo rischio
L’esposto evidenzia come l’area oggetto dei lavori, compresa tra la Spiaggia dello Sperone e la valle del Torrente Ponale, sia caratterizzata da pareti rocciose instabili e soggette a crolli. Nonostante ciò, il progetto approvato il 29 aprile 2025 prevede 500 metri di nuove gallerie e nicchie in zone dove non è possibile riutilizzare l’ex sedime della Gardesana dismessa.

Critiche anche alla campagna di indagini geologiche e geotecniche, ritenuta dal Coordinamento insufficiente per una progettazione esecutiva seria e completa. La seconda fase di indagini, prevista successivamente, potrebbe comportare una revisione delle previsioni progettuali e un conseguente aumento dei costi. Ma, ancora più grave, potrebbe portare alla luce nuove criticità che metterebbero in discussione la stabilità dell’intera parete rocciosa e della già citata galleria Orione.

Una scelta non obbligata
Il Coordinamento sottolinea anche come Regione Lombardia stia optando per soluzioni alternative, come il ricorso alla navigazione a battello per collegare Salò a Limone, una scelta intermodale legittima e prevista dalla normativa, che eviterebbe ulteriori impatti su un territorio già fragile.

L’appello alle autorità
Con l’esposto, il Coordinamento chiede alle autorità competenti di valutare se le criticità tecniche e geologiche rilevate abbiano fondamento e se l’attuazione del progetto possa costituire un pericolo per persone e opere. La battaglia ambientalista contro la ciclovia, portata avanti da anni, si rafforza così con una nuova iniziativa che mira a mettere un freno a un progetto definito “azzardato e non sostenibile” dal punto di vista ambientale e tecnico.
La Provincia, da parte sua, ha ribadito più volte la validità del progetto e l’adeguamento tecnico del percorso relativo alla sicurezza.