Centrosinistra Civico Autonomista di Dro: “Servono nuove modalità per amministrare bene”
Lo scossone giudiziario che ha coinvolto alcune componenti politiche dell’Alto Garda sta interessando sempre di più anche gli organi istituzionali. Da Dro arriva l’appello del gruppo di Centrosinistra Civico Autonomista a firma di Marco Santoni e Max Bortolameotti, ex consiglieri comunali con ruoli in varie Giunte negli scorsi anni: “Siamo davanti alla fine di un’era con la deflagrazione politica del Consiglio Comunale – scrivono i due rappresentanti politici in una nota – dove la maggioranza è ormai in mano al Gruppo Misto e l’opposizione abbandona i propri posti. È naturale quindi lanciare un appello a tutte le forze politiche presenti nel comune di Dro che affondano le radici nella coalizione di centrosinistra civica ed autonomista, dal 2005 cantiere politico molto attivo perché ha permesso coesione tra molti gruppi politici di quell’area presenti sul territorio e accoglierne di nuovi negli anni. Siamo pronti a raccogliere lo spirito di quella coalizione e trovare nuove modalità per amministrare bene, cosa purtroppo che pare essersi un po’ smarrita”.
Il gruppo politico quindi elenca i temi che ritiene prioritari per lo sviluppo futuro della cittadina:
“Lo sviluppo urbanistico e ambientale – prosegue la nota a firma dei due ex consiglieri – deve ripartire da una “fotografia” della situazione attuale fermandosi per capire come progettare il nostro territorio nel futuro. La socialità va ridisegnata per evitare di trasformarci in un “comune-dormitorio” ed è necessario tenere monitorato l’importante aiuto del mondo privato, fondamentale per sviluppare attività dove l’amministrazione pubblica non riesce per mancanza di fondi, con il chiaro obiettivo di migliorare il “bene comune. Serve modificare la rotta e risollevarsi dal fondo dove siamo ora per togliere l’amministrazione dalla “secca politica” che stiamo vivendo e ripartire dandosi insieme nuovi obiettivi, soprattutto in chiave civica”.
Bortolameotti e Santoni di si propongono come punto di riferimento per chi ha creduto in quella coalizione unita, ma in questo momento storico non se la sente di vestire una casacca di partito. “Non ci fermiamo a pensare cosa può fare per noi il Comune – concludono – ma ci chiediamo cosa possiamo fare noi per il Comune”.