Centro Antiviolenza, nuova sede a Riva: servizi potenziati e rete più capillare

È stata inaugurata ufficialmente la nuova sede periferica del Centro Antiviolenza di Rovereto a Riva del Garda, che si aggiunge a quelle già operative di Cles e Cavalese.
Alla cerimonia hanno partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, il sindaco Alessio Zanoni, la vicesindaca Barbara Angelini, la vicepresidente della Comunità Alto Garda e Ledro Ginetta Santoni, la presidente dell’Associazione Coordinamento Donne Paola Paolazzi, la responsabile dei Centri di Trento e Rovereto Barbara Bastarelli e la direttrice degli sportelli periferici Claudia Bruno. Presenti anche rappresentanti istituzionali e i genitori di Alba Chiara Baroni, vittima di femminicidio nel 2017.
Il nuovo sportello, operativo dal gennaio 2025, ha trovato da questa estate una sede stabile in via Rilke 8, sul lungolago. Inizialmente aperto due volte al mese, da alcune settimane è attivo ogni giovedì, per rispondere alla crescente domanda di ascolto e supporto.


Fugatti: “Un impegno che si radica sempre di più”
Nel suo intervento il presidente Fugatti ha sottolineato che con l’apertura di Riva del Garda “prosegue con determinazione l’impegno della Provincia nel contrasto alla violenza sulle donne”, in continuità con il lavoro avviato nella precedente legislatura.
Ha ricordato gli interventi messi in campo, dal potenziamento delle case rifugio all’aumento dell’assegno di autodeterminazione a 500 euro, misura che ha visto crescere le beneficiarie da 52 nel 2022 a 74 nel 2023. Importante anche la formazione di operatori specializzati, realizzata con la Trentino School of Management (Tsm).
“Il modello trentino – ha osservato – è un punto di riferimento nazionale per approccio integrato e innovazione. L’aumento del 30% degli accessi ai centri nel 2024 mostra quanto il potenziamento dei servizi permetta a più donne di chiedere aiuto”, ha aggiunto Fugatti.
Zanoni e Angelini: “Responsabilità condivisa”
Il sindaco Zanoni ha parlato della necessità di una responsabilità maschile consapevole, ricordando che la violenza di genere riguarda l’intera comunità: “Metterci la faccia significa riconoscere che ognuno di noi deve fare la propria parte nella costruzione di una nuova cultura del rispetto”.
La vicesindaca Angelini ha definito la nuova sede “il risultato di un lavoro collettivo tra istituzioni e associazioni”, reso necessario anche dai gravi episodi che hanno segnato il territorio. “La struttura offre finalmente spazi adeguati, sicuri e riservati per accogliere le donne e accompagnarle verso un percorso di autonomia”, ha spiegato, ricordando anche l’importanza della prevenzione nelle scuole, dove i giovani stessi chiedono di essere coinvolti.
Santoni: “Un territorio unito contro la violenza”
La vicepresidente della Comunità Alto Garda e Ledro, Ginetta Santoni, ha ricordato come, dopo i femminicidi di Alba Chiara Baroni ed Eleonora Perraro, sia nato il Tavolo contro la violenza di genere, oggi ampliato a Comuni e associazioni. “In vista del 25 novembre – ha anticipato – proporremo un momento istituzionale dedicato alle scuole e un programma di iniziative diffuse, per costruire insieme una comunità più consapevole e rispettosa”.
Il ruolo del Coordinamento Donne
La presidente Paola Paolazzi ha ripercorso la storia del Coordinamento Donne, nato negli anni Ottanta per promuovere la parità di genere e tra i primi in Italia ad aprire un centro antiviolenza. “Con Riva del Garda portiamo la nostra presenza anche nell’Alto Garda, per essere sempre più vicine alle donne e ai territori”, ha sottolineato.
Le responsabili Bastarelli e Bruno hanno evidenziato come i centri non siano solo spazi fisici, ma luoghi di ascolto, accoglienza e percorsi personalizzati per favorire il recupero dell’autonomia e il reinserimento sociale e lavorativo.
Un presidio stabile e finanziato fino al 2026
Il servizio è gestito dall’Associazione Coordinamento Donne Onlus su convenzione con la Provincia e rientra nella Strategia provinciale per il potenziamento della rete antiviolenza.
Il progetto dispone di un finanziamento complessivo di oltre 666 mila euro fino al 2026, con possibilità di rinnovo, nell’ambito della Legge provinciale n. 11/2023 sulle pari opportunità e la prevenzione della violenza di genere.
Con l’apertura della sede di Riva del Garda, i Centri Antiviolenza del Trentino diventano cinque: le due sedi principali di Trento e Rovereto e le tre periferiche di Cavalese, Cles e Riva del Garda.
Un passo ulteriore per rendere i servizi più accessibili, radicati e vicini alle donne che cercano ascolto, protezione e una via d’uscita dalla violenza.
















