Cartelli contro i pinch point di Arco: “Sono inutili e pericolosi”

Rimane viva e, anzi, riprende slancio la protesta contro i pinch point installati alla fine del 2023 in alcune vie di Arco. Nella notte ignoti hanno affisso cartelli di contestazione su entrambi i lati delle isole stradali nate con l’intento di proteggere i ciclisti ma accusate di creare nuove situazioni di pericolo.
«Pinch Point Out. Più inutili che utili. Un pericolo in più sulla strada» recita il messaggio, firmato soltanto con un simbolo grafico del Castello. Non è chiaro se si tratti dell’iniziativa di un singolo cittadino o del Comitato spontaneo che in passato aveva già manifestato più volte contro l’introduzione di queste barriere.
I pinch point sono stati la prima misura realizzata dall’amministrazione comunale guidata allora dal sindaco Alessandro Betta, nell’ambito del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) approvato dal Consiglio comunale. Dopo le installazioni in via Capitelli, via della Fossa e via Verdi, le altre previste — in viale Santoni, via della Cinta, via Mantova (all’altezza del cimitero, incrocio con via San Sisto e via delle Monache) — si sono fermate alla sola tracciatura sull’asfalto. La zona di Oltresarca non è mai stata interessata dal provvedimento.
Secondo il Comune, queste strettoie servono a scoraggiare il traffico di attraversamento del centro, costringendo i veicoli a rallentare per rispettare il limite dei 30 km/h e a fermarsi per dare la precedenza ai mezzi provenienti in senso opposto.
Il debutto avvenne a dicembre 2023, in pieno periodo natalizio, suscitando fin da subito un ampio coro di proteste. Già a gennaio 2024 si tenne una marcia di contestazione lungo le vie interessate, culminata con un sit-in in piazzale Segantini. A febbraio seguì un’assemblea pubblica molto partecipata, che mise faccia a faccia la Giunta, i tecnici del PUMS e i cittadini.
Le opposizioni sollevarono dubbi sulla regolarità delle installazioni – non essendo previsti esempi simili nel Codice della Strada – mentre un ex vigile urbano segnalò incongruenze nella segnaletica, poi corrette.
In aprile l’amministrazione annunciò lo spostamento di alcune isole per agevolare il passaggio degli autobus, ma l’intervento non fu mai realizzato. Intanto i danni alle aiuole (e alle automobili) si sono moltiplicati, segno delle difficoltà di manovra: urti frequenti, strisciate sulle carrozzerie e un incidente in ottobre che ne abbatté una completamente.
Il tema è entrato anche nei programmi elettorali delle recenti Comunali, ma negli ultimi mesi sembrava che la contestazione si fosse affievolita, lasciando ai cittadini solo la frustrazione di dover attendere il passaggio delle auto in senso opposto, o il rischio di incrociare chi ignora la precedenza sfiorando lo scontro frontale.
Ora la questione passa alla nuova Giunta ambientalista guidata dalla sindaca Arianna Fiorio, chiamata a decidere se applicare integralmente il PUMS, costato al Comune decine di migliaia di euro, o rimuovere quelli che molti cittadini considerano veri e propri ostacoli stradali.