Carne salada, chiesto al Ministero il marchio IGP
Si scrive IGP e significa “Indicazione Geografica Protetta”, un marchio che il Garda trentino vuole a tutti i costi veder scritto sulla sua eccellenza gastronomica, ossia la pregiata carne salada. Per questo nella giornata di martedì 20 giugno si è tenuto un incontro al Ministero dell’Agricoltura a Roma al quale si sono seduti allo stesso tavolo del Ministro le ditte “Consorzio Trentino Salumi”, “Pregis”, “Coop Alto Garda”, “Macelleria Cis 1889”, “Bonelli e Taufer”, “Salumificio Trentino”, ” Filiera agroalimentare Trentina”, “Salumi Simonini” e “Macelleria Bertoldi”, i principali produttori di quello che è il piatto tipico dell’Alto Garda, e la Provincia di Trento. Il marchio IGP, se assegnato, dirà che la carne salada dovrà essere prodotta in un’apposita e ben identificata zona geografica, mentre se ciò non accadrà la preparazione potrà essere fatta ovunque e da chiunque ne faccia richiesta. Un “contenzioso” che pone le sue radici nell’antica ricetta di preparazione tramandata di padre in figlio e che deve essere preparata come si deve, ossia nei tempi e metodi previsti che non sono certo quelli delle grandi catene alimentari. All’inizio il nome “Carne salada del Trentino”, era stato richiesto dal “Consorzio produttori Trentini”, che poteva lasciare spazio per produrla anche altre regioni, arrivando ad avere la “carne salada del Veneto” o “della Lombardia”, quindi sradicando il prodotto dall’Alto Garda che ha visto le sue origini. Invece ciò che si chiede al Ministero è un marchio IGP ben definito alla zona geografica di produzione della carne salada della nostra “Busa”.