Calavino: venduta ai privati l’ex segheria
Finalmente un sospiro di sollievo per il Consiglio degli Affari Economici della parrocchia S. Maria Assunta di Calavino per l’esser riusciti a vendere il vecchio immobile lungo la S.P. 84 alla periferia sud di Calavino per una cifra che si aggira attorno ai 70.000 euro. L’edificio era frutto di una donazione testamentaria da suddividere con un’istituzione religiosa missionaria. Da una decina d’anni l’Ente, con una continua limatura del prezzo di stima, stava cercando di alienare questo bene non solo per far fronte, col ricavato, ad alcuni interventi di manutenzione straordinaria dei beni parrocchiali, ma soprattutto per evitare responsabilità, dato lo stato fatiscente dell’edificio confinante con la strada provinciale e per eliminare le spese fisse (ammortamento, imis, assicurazione). L’acquisto da parte di privati è stato favorito anche dalla recente modifica al Piano dei Centri Storici del comune di Madruzzo, col declassamento dell’edificio dalla classe di risanamento a quella di ristrutturazione con maggiori possibilità di modifiche edilizie.
Rimane comunque, da parte di alcuni cittadini, la delusione per il mancato acquisto da parte del Comune di Madruzzo, visto che l’immobile in questione rappresentava uno dei rari riferimenti a quello che fu il notevole sviluppo artigianale del paese di Calavino nell’800 fino al primo decennio del ‘900, con lo sfruttamento della forza idraulica della Roggia. Lungo il corso d’acqua che attraversa il centro storico di Calavino funzionavano fra mulini, segherie, fucine, gualchiere e filande, una trentina di attività artigianali, punto di riferimento per tutta la valle dei Laghi.
Fra queste anche la segheria della famiglia Floria-Moschi, che esercitava l’attività a piano terra di tale edificio. Il rammarico è legato soprattutto al fatto che a Calavino, da oltre un ventennio, nell’ambito delle mitiche “Feste Madruzziane” (ricostruzione storica di momenti di vita cinquecenteschi ai tempi della Potente Famiglia nobiliare dei Madruzzo, che abitava nell’omonimo castello), si è costituito in seno alla locale Pro Loco un “Gruppo Storico”, che si adopera nella ricostruzione di alcune macchine artigianali, fra cui la sega veneziana del tipo di quella che funzionava in quell’edificio. Negli anni scorsi sarebbe stata una ghiotta occasione, per il Comune, quella di acquistare l’immobile per ospitarci un museo delle macchine artigianali che hanno segnato la storia di Calavino, anche perché sono ancora visibili le tracce della derivazione d’acqua dalla sorgente del “Bus Foran”, e ripristinare quindi l’antico funzionamento della sega.
MARIANO BOSETTI