Calano i consumi e scoppiano i costi: la “tempesta perfetta” colpisce anche l’Alto Garda

Redazione31/01/20224min
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Sono in molti a chiamarla “tempesta perfetta”, anche tra gli imprenditori: l’aumento delle bollette energetiche ed i conseguenti rincari delle materie prime nelle varie filiere, combinato ad un calo drastico dei consumi a causa di quarantene, paura e prudenza, rischia di produrre effetti devastanti sulle imprese e, di conseguenza, anche sulle famiglie.
Anche l’Alto Garda non è indenne da queste dinamiche e, sebbene la stagione estiva sia ancora lontana, le aziende del terziario stanno vivendo uno dei momenti più duri dall’inizio della pandemia. A lanciare l’allarme è il presidente della sezione Alto Garda e Ledro di Confcommercio Trentino Claudio Miorelli che si unisce a chi denuncia una situazione che rischia di andare fuori controllo: «Pandemia ed aumento dei costi è un binomio devastante per le imprese del terziario: commercio, turismo, servizi sono tutti ugualmente toccati in maniera pesante dai rincari delle bollette di questi mesi e, contemporaneamente, il calo netto dei consumi produce un effetto che amplifica la situazione di emergenza».
«L’ultimo decreto – prosegue Miorelli – che entrerà in vigore dal 1° febbraio introduce nuovi obblighi per i negozi che metteranno a dura prova soprattutto le piccole realtà. Sono provvedimenti complessi, che appesantiscono l’attività quotidiana; spesso anche contraddittori che generano disparità tra esercizi commerciali. Oggi però la situazione è diventata insostenibile: alle conseguenze della pandemia si aggiungono bollette esorbitanti e rincari di materie prime. È ora che qualcuno si assuma il coraggio di prendere iniziative concrete che tornino a far rivivere il Paese».

 

 

«Chi crede che questa “tempesta” non riguardi l’Alto Garda sbaglia – prosegue Miorelli – Molte attività tra quelle stagionali hanno preferito rimanere chiuse. A ciò si aggiunga che anche sulla prossima stagione estiva si agita lo spettro di un ulteriore problema, quello del personale. L’anno scorso è stato difficilissimo per le imprese turistiche e commerciali reperire la manodopera necessaria».
«Confrontando le bollette di questi giorni tra colleghi – spiega Vasco Bresciani, presidente della categoria dei pubblici esercizi della sezione – notiamo notevoli aumenti. Questa nuova batosta rischia di essere una condanna definitiva per molte realtà. Un imprenditore che fortuitamente ha registrato un consumo identico ci ha mostrato le bollette degli ultimi due anni: a parità di consumi, l’anno scorso ha speso 890 euro, quest’anno 1.900. È chiaro che con il calo dell’affluenza che stiamo registrando, questo diventa insostenibile».
«Ci sentiamo abbandonati – è il commento di Paolo Turrini, presidente di sezione dei ristoratori trentini – perché tutti sembrano convinti di essere tornati alla normalità quando non è così. Siamo in un lockdown mascherato: i nostri locali registrano un calo netto delle presenze. Le festività natalizie non hanno portato nulla: se normalmente i giorni lavorati in quel periodo erano circa una quarantina, quest’anno si è lavorato solo 3,4 giorni, cioè in prossimità delle feste e poi nulla».

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