Base jumper si aggancia in parete a Dro, illeso

Claudio Chiarani27/06/20213min
Elisoccorso al Brento


“Non si è fatto nulla, gli ho appena parlato al telefono e lo stanno portando a terra. Un incidente che per fortuna si è risolto grazie all’intervento dell’elisoccorso perché da lì, dove era finito sulla roccia, non riusciva a scendere da solo a piedi”. Così ci ha detto Maurizio Di Palma, il decano dei base jumper che vive a Dro e che da quella parete si lancia quasi quotidianamente, alle ore 9.52 di questa mattina dal punto di lancio “Becco dell’Aquila. “Appena riparte l’elicottero saltiamo”.
Al militare italiano trentenne è successo quello che in gergo viene chiamata un’apertura della vela incontrollata, insomma il paracadute invece che aprirsi e permettergli l’allontanamento dalla parete, lo ha diretto contro. E se non si ha il tempo o la necessaria esperienza per recuperare magari un giro di funi che non ti fa andare dove vuoi, contro quella parete vai a sbattere. In passato è successo a molti con conseguenze ben più gravi, e allora tocca all’elisoccorso calare in parete i soccorritori e darti una mano. Proprio com’è avvenuto questa mattina alle 9 e 24, quando è stato dato l’allarme alla Centrale Unica d’Emergenza di Trento per un intervento in Codice rosso.
Da una prima ricostruzione del Soccorso Alpino sembra che, dopo aver aperto la vela, il base jumper abbia sbattuto contro la parete sulla verticale del Becco dell’Aquila, a circa metà parete, ma che sia riuscito ad arrestare la caduta su una cengia e a raccogliere la vela per consentire l’intervento dell’elicottero. Il base jumper è stato elitrasportato al S. Chiara per accertamenti clinici.
Fortunatamente, anziché un grave incidente di volo, si è trattato di un più “semplice” recupero dalla parete dove era rimasto impigliato l’uomo che non smetterà mai di ringraziare la macchina dei soccorsi trentina.
La quale, solamente nella giornata di ieri, ha dovuto far fronte nell’Alto Garda a due incidenti più gravi, ossia il recupero di due feriti con fratture: uno nel torrente Albola e una climber tedesca sulla falesia Canyon a Nago.

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