Ascensore Bastione bloccato, gestore del ristorante e proprietà ai ferri corti

Claudio Chiarani15/12/20226min
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Irrimediabilmente fermo. L’ascensore panoramico del Bastione ormai conta più giorni di fermo “tecnico” che altro, e la situazione tra la proprietà della Lido di Riva del Garda Immobiliare e committente del progetto e il gestore del ristorante Alfonso D’Ambrosio è in “stallo”.
Abbiamo sentito entrambe le parti, col gestore D’Ambrosio “costretto” dalla situazione a non poter lavorare. “Che dire, la situazione è drammatica – ci confessa D’Ambrosio – il tutto mi appare come un circolo vizioso che va avanti da quando abbiamo aperto. La soluzione? Non so rispondere perché non vedo nessuno che sappia o possa prendere in mano la situazione. La Lido fa orecchie da mercante – afferma – ma io sono disposto a trovare qualsiasi soluzione e per il bene di tutti, non solo mio. Sto pagando l’affitto, oltre 7.500 euro al mese, ma sono chiuso fino a quando non lo so. So solo che così, con l’impianto chiuso, non posso lavorare. Ho chiesto ripetutamente il perché, ovunque, per sentirmi rispondere che ci sono problemi tecnici, meccanici, elettronici. Hanno cambiato le funi durante la prevista sosta per la necessaria manutenzione, poi si sono accorti che erano troppo lunghe, quindi via ad attendere che ne arrivino altre”.
Un dialogo impossibile tra pubblico e privato?
“Lo so che la Lido è una società pubblica – risponde D’Ambrosio – e io sono un soggetto privato, ma in tutto questo l’unica persona che in qualche modo ci sostiene è Marco Benedetti, referente del gestore APT Garda Dolomiti. Ma come posso fare oltre alle sue parole di conforto? Ben pochi salirebbero a piedi per mangiare, come posso assumere personale, programmare pranzi o cene in questa situazione? Senza contare gli aumenti delle materie prime ed energetici cui tutti sappiamo. Il tempo passa ma non cambia nulla – chiosa nel finale D’Ambrosio sconsolato – di certo per Riva del Garda è una brutta figura”.
Il Consiglio di Amministrazione della Lido Immobiliare, per voce del suo presidente Delio Picciani, non nega i problemi, così come comprende bene la situazione del gestore. “La proprietaria Lido – ricorda il presidente – è la prima ad essere parte lesa considerato che ha pagato un’opera che evidentemente, come sta sotto gli occhi di tutti, presenta continui malfunzionamenti cui la ditta costruttrice, tenuta alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, non ha saputo mai porre rimedi definitivi, come dimostra lo stillicidio continuo di giornate di chiusura forzata dell’ascensore. Siamo ricorsi, quindi, all’unica iniziativa possibile, ovvero chiedere al Tribunale che, previa acquisizione di apposita consulenza tecnica, di descrivere le opere che devono essere eseguite a carico dell’impresa costruttrice per eliminare le difformità contrattuali e le problematiche tutte che sono all’origine dei ripetuti malfunzionamenti. APT Garda Dolomiti, gestore dell’ascensore, è chiaramente anch’essa parte in causa in questa disgraziatissima vicenda in quanto alla ditta manutentrice non hanno ancora sortito la risoluzione delle problematiche in maniera definitiva. Questa è la situazione che abbiamo ereditato. Come appare estremamente difficile trovare un punto di conciliazione che risolva in tempi rapidi il contenzioso con la ditta costruttrice visti i suoi comportamenti, altrettanto risulta improbo nei confronti del gestore del ristorante. I nostri legali ci hanno ribadito più volte che, a loro parere, il corretto e continuo funzionamento dell’ascensore non costituisce, alla stregua del contratto di affitto del ramo di azienda relativo all’ascensore, un obbligo assunto da Lido nei confronti dell’affittuario. E il nostro CdA – pur comprendendo il disagio del gestore – non è quindi nella condizione di fare trattative “private”, riconoscendo riduzioni del canone per cause non previste in sede contrattuale. E comunque già troppi e complessi sono i problemi ereditati dallo stesso CdA che deve sbrogliarli fra mille difficoltà, figurarsi aggiungere atti di dubbia legittimità: si sta parlando di contratti affidati con procedura di evidenza pubblica da una società pubblica che deve, pertanto, seguire scrupolosamente i dettami normativi che ne regolano il funzionamento. Dispiace dirlo, e farò presente anche direttamente al gestore questa impossibilità di andargli incontro, ma solo un giudice potrà in caso decidere diversamente. Qualora il Tribunale a cui si rivolgesse il gestore gli desse ragione, noi, nel rispetto delle sentenze di carattere definitivo, ci adegueremmo e quantificheremmo i danni che ne derivassero ai bilanci della Lido. E questi danni sarebbero sicuramente oggetto di ulteriori richieste di risarcimento alla ditta costruttrice e al contempo manutentrice. Siamo consapevoli – conclude il presidente Picciani – che all’opinione pubblica le questioni legali poco interessano. Quel che conta è che l’ascensore funzioni. Certo.

E allora, anche in considerazione che per il periodo delle festività non sarà possibile attivarne il funzionamento da parte di Apt a causa di problematiche nuovamente non risolte, è mia intenzione concordare con Apt e Comune una conferenza stampa dove una volta per tutte – ora che inizia l’iter processuale – chiariremo la situazione che abbiamo ereditato e soprattutto le scelte anche drastiche che decideremo di intraprendere.
Occorre considerare che una destinazione turistica internazionale come Riva del Garda non si possa permettere certe figuracce insopportabilmente ricorrenti a causa di un’assurda e sempre meno comprensibile commedia”.


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