ANCHE SULL’ALTO GARDA LO “TSUNAMI” THOMAS COOK
Fallita. Di colpo, senza preavviso e senza nemmeno che lo si potesse immaginare. L’agenzia viaggi Thomas Cook chiude lasciando migliaia di clienti in giro per il mondo e con le tasche vuote. Il tour operator “colosso” mondiale lascia esterrefatti molti albergatori trentini con i loro clienti rimasti allibiti. Che hanno già pagato e che, ovviamente, di tirar fuori altro denaro vista la situazione non ne hanno decisamente voglia. 21mila lavoratori a casa, 600 mila turisti, si diceva, in giro per il mondo senza un volo per rientrare a casa. In estrema sintesi questo è quanto la Thomas Cook in questi giorni ha causato col suo fallimento. Cifre destinate ad allargarsi, anche perché con l’agenzia britannica ci lavorano in molti, ad esempio la tedesca Neckermann, quest’ultima molto attiva in Trentino, sia nell’Alto Garda che nelle valli come quella di Sole, ad esempio, dove in molti sono rimasti senza parole. Thomas Cook paga a 30 giorni, e l’ultimo esborso per gli alberghi risale a luglio, il che vuol dire che agosto è rimasto insoluto e settembre farà la stessa “fine”. E le prenotazioni di ottobre, ovviamente, che salteranno. Colpa della Brexit? Il “buco” nella zona del Garda è stimato in circa tre milioni di Euro.