Arco su “La Settimana Enigmistica”: il sogno di Francesco Prati diventa realtà

Redazione28/12/20253min
FRANCESCO PRATI DURANTE LA TRASMISSIONE SUL DIALETTO A TELEGARDA 5


 

Nel numero 4893 de La Settimana Enigmistica, in edicola dal 1° gennaio 2026, una delle rubriche più amate, “Una gita a …?”, sarà dedicata alla Arco. Un riconoscimento di rilievo nazionale per la città, che si ritrova protagonista sulle pagine dello storico settimanale di enigmistica, punto di riferimento per generazioni di lettori.
L’idea affonda le radici nella creatività e nell’amore per la sua terra di Francesco Prati, per tutti Franco “el Solito”, scomparso nel 2019. Era stato lui a realizzare, anni fa, un cruciverba interamente dedicato ad Arco: un gioco pensato come gesto d’affetto verso la città in cui era nato e aveva sempre vissuto. Quella creazione, però, era rimasta a lungo chiusa in un cassetto, quasi in attesa del momento giusto.

 

 

Quel momento è arrivato quando uno dei figli ha ritrovato il cruciverba e, desideroso di dare compimento a un sogno paterno, ha contattato la redazione della Settimana Enigmistica. La rivista, prendendo spunto dall’idea originale di “el Solito”, ha realizzato un nuovo cruciverba dedicato ad Arco che comparirà nel prossimo numero con la firma dello stesso Prati, restituendo così valore e visibilità a una passione coltivata per tutta la vita.

Personaggio di cultura e artista
Chi ha conosciuto Francesco Prati ricorda una figura popolare e generosa, capace di esprimersi in molte forme: poesie – anche dialettali – canzoni (era iscritto alla SIAE), scritti, acrostici e giochi creati per allietare occasioni comunitarie, feste e incontri tra amici. Si firmava “El Solito” soprattutto quando scriveva in dialetto, raccontando la vita interiore, i ricordi e le esperienze maturate nei tanti ambiti della vita sociale arcense in cui era sempre presente e attivo. È stato anche una colonna portante del Coro Castel della Sat di Arco.

L’approdo di Arco sulla Settimana Enigmistica non è dunque solo una curiosità editoriale, ma un tributo alla creatività popolare, alla memoria e all’identità di una comunità. Un piccolo grande evento che unisce orgoglio locale e riconoscimento nazionale, trasformando un gioco dimenticato in un cassetto in una storia capace di parlare a tutta Italia.