Arco, le opposizioni non parteciperanno ai prossimi Consigli Comunali

Le opposizioni consiliari di Arco ribadiscono la linea dura contro l’amministrazione Betta e la rinuncia alla presenza nelle prossime sedute del Consiglio Comunale.
Il motivo principale è la mancata assegnazione alle minoranze di alcuni componenti nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Comunità di Arco e della municipalizzata AMSA.
Ma a farli infuriare ancora sono state le dichiarazioni del Sindaco e del Presidente del consiglio comunale Flavio Tamburini pronunciate durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale sul tema della Fondazione, specie contro il parroco don Walter Sommavilla intervenuto in aula.
«I veri burattini sono all’interno della maggioranza – osservano Mauro Ottobre, Daniele Braus, Andrea Ravagni, Bruna Todeschi, Giovanni Rullo, Lorenza Colò e Claudio Del Fabbro, riunitisi ieri sera davanti al municipio – dove i burattinai sono Zeni, Rossi e, soprattutto, l’ex sindaco Paolo Mattei».
Questo il testo letto in Consiglio comunale a conferma della loro decisione di non presenziare le prossime sedute:
“Signor Sindaco,
è con profondo rammarico – ci deve credere – che, nel preliminare di questa riunione consiliare da noi convocata, ci vediamo costretti ad annunciare le nostre irrevocabili dimissioni da consiglieri comunali.
Una decisione sofferta e dolorosa, diventata sempre più necessaria nel corso di questi anni e addirittura urgente e inderogabile di fronte alle sue ultime decisioni in merito alla composizione dei Consigli di amministrazione di Fondazione e Amsa.
Per la prima volta, infatti, nessun rappresentante delle minoranze è stato chiamato a far parte di tali organismi, cosa mai accaduta nel passato anche sull’altare di un gentlemen agreement che ha sempre uniformato i rapporti tra maggioranza ed opposizione, non solo ad Arco.
Questa volta no.
Questa volta lei, signor sindaco, pur continuando a definirsi democratico, ha ritenuto di bocciare le nostre proposte e, addirittura, cercare di inficiarne la loro legittimità con discutibili e inopportuni interventi sulla stampa locale. Il tutto – cosa ancora più inaudita – quando una decisione ufficiale doveva essere ancora assunta.
Un atto che ci ha fatto capire, per l’ennesima volta, che lei considera le minoranze consiliari come un male inevitabile, un fastidio spesso insopportabile, come testimoniano ampiamente le sue stizzite risposte ad ogni nostro intervento, orale o scritto che sia, frutto per lei solo di perdite di tempo o, peggio, di attacchi personali.
Ribadiamo, al riguardo, che noi ci rivolgevamo sempre alla figura di Alessandro Betta Sindaco e non a quella del privato cittadino. Sembra un chiarimento pleonastico, ma non lo è.
Ora, visto che lei, signor Sindaco, ha deciso di governare questo Comune – è un modo di dire, ovvio – solo a colpi di maggioranza, noi togliamo il disturbo e torniamo a far politica sul territorio, magari in concomitanza delle prossime sedute consiliari confortate finalmente dall’unica maggioranza che a lei piace, quella bulgara.
È una decisione che prendiamo compatti, proprio perché, nonostante il suo vezzo delle telefonate ad personam, l’unità di intenti è l’unica cosa che non è riuscito a toglierci.
Si tenga i suoi sermoncini sui social, dove professa un’umanità che, se tanto ci da tanto, è solo un esercizio teorico.
Noi ce ne andiamo, a meno di sostanziali, molto sostanziali, segnali di distensione.
Ma non ce ne andiamo dalla politica che continueremo a fare a contatto con la gente che ci ha voluto e che capirà il nostro gesto. Anzi, siamo certi che sarà proprio la gente a trovare l’antidoto più efficace all’arroganza che lo ha reso necessario”.